mercoledì 9 settembre 2015

Di film non ancora usciti e di sollevatori di polemiche inutili: The Danish Girl.

Non pensavo che avrei mai scritto un post di tale portata, ma svegliarmi e leggere cumuli di stronzate è decisamente un modo per trovarmi in forma smagliante per dire cose che in questi giorni ho avuto modo di pensare e dire già di mio, ma perché no? Scriverlo anche sul blog male non fa.

Credo proprio che le persone non si stancano proprio di parlare male di film non ancora usciti per dati motivi davvero idioti. Se prima hanno "rotto i cabbasisi", per dirlo come Salvo Montalbano, per il nuovo film de Gli Acchiappafantasmi, questa volta hanno indirizzato le loro parole verso un altro film: The Danish girl di Tom Hooper.


Nel film si parlerà della storia di Lili Elbe, una giovane e talentuosa pittrice che, per uno strano scherzo del fato, nacque in un corpo che non era e non sentiva suo, ma grazie a un'altra pittrice di talento che l'amava tantissimo, Gerda Gottlieb, è riuscita a compiere i delicati e dolorosi (al tempo anche sperimentali) processi per trasformare il suo corpo, il suo aspetto esteriore, facendolo conciliare con quello interiore.
Questo è stato anche il primo caso di cambio di sesso riconosciuto nella storia.

Questa storia è anche narrata nel libro La danese, scritto da David Ebershoff e pubblicato quattordici anni fa, a cui il film fa riferimento (lo andrò a riprendere in biblioteca se non riesco a trovarlo in libreria perché lo lessi anni fa e la storia mi colpì moltissimo).

Il film è in concorso attualmente al Festival del cinema di Venezia e le polemiche non sono mancate non appena sono stati mostrati i trailer e le prime immagini ufficiali.
A onor del vero sono iniziate sin da quando si è saputo che sarebbe stato Eddie Redmayne (vincitore del premio Oscar per aver interpretato Stephen Hawking ne La teoria del tutto) a interpretare Lili.
Si supponeva prima che Lili sarebbe stata interpretata invece da Nicole Kidman.

L'attore è diventato bersaglio di critiche e polemiche riguardo questo film (che ancora non è nelle sale, quindi mi chiedo come si possa criticare un attore il cui mestiere è quello di recitare se il film ancora non lo vediamo... ah no, la gente parla e basta) da parte di molte persone convinte che il film possa risultare un'offesa nei confronti della comunità transessuale se a interpretare la protagonista è un cis man.

Non avendo ancora visto il film non si sa se questo film sarà un buon film, un capolavoro o una cacata pazzesca, però non sono certo mancate queste "opinioni", tra virgolette perché sono offese belle e buone.
Mi chiedo però a questo punto se furono fatte altre polemiche al riguardo quando Jared Leto interpretò Rayon in Dallas Buyers Club o quando Jamie Foxx interpretò Ray Charles in Ray e Foxx non è privo della vista oppure lo stesso Redmayne che non soffre della patologia di Hawking. Queste domande inerenti a tali polemiche si possono sollevare anche per molti altri film, beninteso, i miei sono solo degli esempi, i primi che mi sono venuti in mente.

Ciò non toglie che la piaga dei social justice warrior stia dilagando a macchia d'olio.

Da quanto è stato detto nelle interviste, Eddie è stato per più di un anno in contatto con comunità transessuali a cui chiedere di parlare delle loro testimonianze e, a detta dell'attore, c'è stata una grande disponibilità nei suoi confronti. Mi viene da dire quindi che non tutta la comunità trans è contro questa rappresentazione perché "non si sente immedesimata".

Tutto questo per rendere davvero giustizia al ruolo che si prestava ad affrontare. Personalmente la trovo una cosa encomiabile perché cercare di non rovinare un ruolo, ma anche e soprattutto dare la giusta dignità e dimensione a un personaggio realmente esistito cercando di documentarsi e avere scambi e confronti per interpretare un ruolo che lo ha commosso.

Quel che rende ancora più ridicola tutta questa polemica è il fatto che, dagli antichi fino a buona parte della nostra storia teatrale, erano gli uomini a recitare i ruoli di personaggi femminili.

Probabilmente i leoni da tastiere non lo sanno, perché altrimenti non me lo spiego.

Il compito dell'attore è quello di immedesimarsi restando comunque se stessi; questo è attestato dal metodo Stanislavskij, che è un metodo recitativo che prevede uno studio e un approfondimento psicologico del personaggio in modo da permettere all’attore di immedesimarvisi recuperando stati emozionali simili dal proprio vissuto ovvero trovando un'affinità tra il mondo interiore del personaggio e quello dell'attore.
In poche parole si rielaborano le emozioni del personaggio con le nostre personali emozioni per immedesimazione, le si interpretano e le si esternano recitando.

Voglio dire che un attore, se è bravo (ed è quello su cui si dovrebbe far leva nel giudizio di un attore), riesce a calarsi bene in un ruolo con tutto che gli possa risultare molto lontano dalla propria realtà.
Non è detto quindi che un "cis man" non si sia mai sentito discriminato, estraneo a se stesso (fisicamente, moralmente, nell'anima...), diverso, incompreso, giudicato... quindi si possono trovare emozioni in comune da cui partire per mettersi nei panni di un personaggio diverso da noi.
Le capacità attoriali di una persona a mio avviso colgono l'essenza delle persone che devono interpretare, perché siamo tutti umani e capaci di provare emozioni.

Affermo ciò perché non si è notato la grande incongruenza di fondo di questi commenti e che, se vogliono essere anti discriminatori, sono proprio essi i primi commenti a discriminare.
Essere trans nella vita reale non rende un attore logicamente, spontaneamente e automaticamente capace e bravo nell'interpretare un personaggio trans; sarebbe come se io (se fossi un'attrice e facendo un discorso ampio di ruoli), per via dei miei studi di medicina fossi automaticamente brava nell'interpretare un medico, ciò non è affatto detto o veritiero.

Se si vuole un attore trans perché il personaggio lo è... si sta discriminando perché non si considera l'attore per le sue capacità, ma lo si considera solo per la sua transessualità, come se ciò fosse l'unica cosa che importa di una persona che mette in gioco globalmente la sua persona impersonando più ruoli sempre diversi.
Probabilmente vedere un uomo cis che si trova a recitare in un film che tratta una vera storia di transessualità è anche un modo per provare a eliminare le barriere della discriminazione e degli stereotipi perché non c'è nulla di cui vergognarsi, nulla di cui risentirsi, nulla da denigrare.

Eddie Redmayne poi è un attore parecchio famoso, per cui usare il suo nome e la sua persona nel ruolo potrebbe portare più persone ad avvicinarsi al film.
Parlando per me, se è riuscito a diventare Hawking, anche quando la sua malattia si era fatta sempre più marcata, Eddie non è per niente un attore da quattro soldi e non vedo l'ora di vedere sia come ha reso Lili sia come ha reso Einar ovvero Lili prima che diventasse lei.

Andando avanti, anche lo stesso Hooper ha asserito che non sono molti gli attori trans che interpretano ruoli importanti e questo deve cambiare, perché non sono rappresentati molto sia al cinema sia sul piccolo schermo. Su questo siamo tutti d'accordo.
Sono troppo pochi i ruoli e troppo pochi gli attori, e proprio in The Danish girl ci saranno attori e comparse trans, il che lascia ben sperare.

Facendo degli esempi più famosi invece, abbiamo Sophia Burset di Orange is the New Black e Nomi Marks di Sense8 che sono personaggi transessuali interpretati da attrici transessuali ovvero Laverne Cox e Jamie Clayton; questa è un'ottima cosa, un ottimo punto da cui partire.
Continuando a combattere queste ingiustizie sono del parere che col tempo vedremo sulle scene molti attori trans, magari anche del tutto prive di stupidi cliché in cui spesso si possono trovare come nelle commediole sentimentali dove i personaggio sono banali e profondi come la carta velina.

Boicottare però un film che ancora non si è visto e che potrebbe portare nuove informazioni e la conoscenza della storia di Lili, ignorata magari sinora perché non si sapeva della sua esistenza, è sbagliato.

Magari, se il film è riuscito (uso l'ipotesi perché, ripeto, il film non è ancora nelle sale), se ci si immedesima in ciò che si vedrà, la gente può iniziare a conoscere la storia di Lili, se ne appassiona e da qui ci si può sensibilizzare e interessarsi alla causa trans grazie al film.

Parlare prima di un film che non si è visto, adducendo motivazioni che per prime discriminano laddove non vorrebbero farlo, è sintomo di non collegare affatto il cervello alla bocca e alle mani quando si digitano le frasi su un computer.
Io non mi pronuncio affatto sul film, aspetterò di vederlo, al cinema.

Se ho adorato Jack Jackson, Stephen Hawking, Marius e altri personaggi sullo schermo, chissà che non adori anche Einar/Lili. Questo è tutto da scoprire.

Le stronzate, però, cercate di non dirle.