martedì 30 giugno 2015

La friendzone NON esiste.

Questo è da un po' di tempo a questa parte un argomento spinoso, controverso e...
No, è nato per via della dilagante ignoranza in cui versa la gente in generale e specie il popolo internettiano.
Posso dire, ahinoi, che Eco ha ragione nell'affermare che "Internet ha dato il diritto di parola agli imbecilli", ma questo accade anche nel quotidiano.
Doppio ahinoi.

Tendenzialmente viene chiamata friendzone quello stato in cui una persona prova un sentimento che va al di là dell'amicizia e l'altra parte invece non prova null'altro che amicizia.
Questo è ciò che asserisce lo urban dictionary.

In realtà questo è quanto di più stereotipato e sessista possa sussistere al mondo, a parte il fatto che la friendzone non esiste: quella che viene chiamata friendzone è semplicemente un rifiuto.
Non ha senso inventare neologismi laddove la parola giusta c'è già. Non dite che è un neologismo necessario e mi auguro che mai venga inserito nei dizionari.
A rigor di logica, se una persona inizia a provare un sentimento che è al di là di una sincera amicizia, non può essere "friendzonato" perché dal momento in cui non si prova più un'amicizia... non si è più amici per l'altra persona.
E sottolineamo che ho detto tendenzialmente perché ora si urla alla friendzone sempre e comunque e no, la cosa non fa ridere. Se dite una cosa del tipo "fatevi una risata" mi autorizzate a darvi una sprangata sui denti.

La friendzone non esiste perché si parte dall'errato luogo comune che se due persone sono amiche non accadrà mai uno sviluppo dei sentimenti. Sbagliato.
Accade che degli amici col tempo si scoprano infatuati o addirittura innamorati, ma occorre che entrambi debbano provare questi sentimenti e anche in un lasso di tempo in cui entrambe le parti scoprono queste nuove emozioni perché se una persona si innamora del suo amico prima e l'altra inizia a nutrire qualcosa dopo un annetto è logico supporre che la prima persona possa essersi rassegnata oppure provare interesse per qualcun altro.

Secondo una relazione su degli studi che ho avuto modo di leggere, condotto su un'utenza di uomini e donne che provano attrazione per l'altro sesso (quindi per me la coorte è un poco troppo ristretta, ma è pur vero che la tendenza di urlare alla friendzone viene dagli uomini eterosessuali, quindi suppongo che il target fosse mirato), si nota che sono gli uomini a livello maggioritario a provare interesse per la persona del sesso opposto con cui hanno un rapporto di amicizia e pare proprio che questi sovrastimino che la donna sia attratta da loro, come attestano i grafici che sono nello studio. Nello studio ci sono anche i calcoli matematici e tutto.



Osservando invece i seguenti grafici si nota qualcos'altro.


I grafici mostrano che gli uomini hanno una spiccata tendenza a provare attrazione per la loro amica o a volerci uscire "non da amici" indipendentemente dal fatto se hanno una relazione ("involved in a relationship") o meno, mentre una donna se ha una relazione tende a non essere sessualmente attratta dall'amico e allo stesso modo a non desiderare di uscirci assieme "non da amici". Le donne dello studio invece tendono a provare attrazione o un desiderio di frequentare l'amico se non hanno una relazione (e qui direi giustamente, perché sono single e quindi non c'è nulla di male, ma è solo la mia opinione).

Spesso, parlando di friendzone, ci si lamenta del fatto che "si è amico delle donne, ma nessuna mi vuole", "amano gli stronzi e invece i bravi ragazzi come me non li vuole nessuno" e cose del genere.
Vale anche per le donne, ovviamente, ma la tendenza maggioritaria è degli uomini a quanto mi risulta e anche per esperienza, purtroppo.

Questo solleva una domanda: quando si conosce qualcuno per la prima volta si desidera solo conoscere e fare amicizia (ed eventualmente nel caso poi il tempo vedrà mutare i sentimenti) oppure si va direttamente a caccia di potenziali partner (intesi sia come partner sessuali senza l'implicazione di una relazione oppure per una relazione)?
Una risposta può essere questa dello studio numero due citato nella relazione.



I numeri parlano da soli. E a me la cosa intristisce parecchio perché non è giusto.

Pare che il concetto di amicizia (che implica l'essere disinteressati) non esista a tal modo e quindi tutto ciò che un'amicizia comporta (lo stare in compagnia, il confidarsi, il parlare, il sostegno che si dà all'altra persona) è soltanto mirato a un altro fine che può essere il sesso o una relazione.
Sembra inoltre che chi non ricambia l'interesse debba comunque per forza ricambiarlo perché si è "speso" del tempo con questa persona ad ascoltarla o anche a fare regali... ma state scherzando? Gli amici, quelli veri, si aiutano senza chiedere nulla in cambio, e non si devono ricambiare i sentimenti a forza se non corrisposti.
Noterete che io preferisco rivolgermi in generale, donne o uomini che siano, per un semplice motivo: il mio essere femminista (non femministaminkia, attenzione) mette sullo stesso piano tutte le persone, come effettivamente il vero femminismo fa.

Quando conosco persone nuove, io non parto con l'intenzione di volerci provare, ma di fare amicizia e nel caso poi, col tempo, se la cosa evolve, accade altro.
Trovare un* potenzial* partner non è il mio primo fine, mai, e credo dovrebbe esser così per tutto.

Nel momento in cui instauro un'amicizia io tendo ad aprirmi, fare confidenze ed eventualmente anche arrivare ad abbracciare qualcuno per dire (cosa rarissima).
Se l'altra persona ci legge altro non è colpa mia, è lui/lei che ha un altro pallino in testa e vede ciò che vede in modo distorto come segnali di interesse che per me non sono altro che modi di manifestare la mia amicizia.
Quando io provo un sentimento di amicizia quella è, amicizia, "non voglio farmi" gli amici, e non accadrà mai in virtù del fatto che io tengo a questo sentimento tantissimo e tendo a preservarlo (una che fino ai vent'anni non ha avuto amici quelli che ha ora se li tiene stretti).
Nel caso ci si dichiari a me il “ti vedo come un amico” è un rifiuto perché a un amico non do segnali di far intendere qualcosa di più, quindi è stata l'altra persona a farsi un viaggione.
Ma non tutti fanno questi trip e meno male.
Voglio sperare, perché conservo un margine di fiducia nel mondo.

Io ho delle amicizie maschili e sono contenta di averle. I miei amici in generale, ragazzi e ragazze sanno che sono sfigatissima in amore e sanno anche che io apprezzo tanto le donne quanto gli uomini. Questo però non  ha permesso a nessuno di loro di farsi i trip mentali sul fatto che io “gliela faccio annusare e poi non gliela do”, ma no, perché non leggono cose che non ci sono nelle mie parole e tantomeno nei miei gesti, non hanno la "pretesa" di volere altro da me se non la mia amicizia.
Se io vedo una persona come amica e mi si dichiara, io sono sincera se dico che la vedo solo come amica, ma è un rifiuto.
Devo dire sì se non provo interesse/amore? Credo proprio di no. Ho il diritto di dire no, e lo si deve incassare, come lo incasserei io se dovessi dare a intendere che mi piace qualcuno che non mi vuole (ma non accadrà mai perché io non piaccio, lol).

Quelli che vengono chiamati più spesso casi di friendzone sono gli episodi di persone che fanno leva sui sentimenti dell'altra persona superiori all'amicizia e che quindi alimentano false speranze, donne o uomini indistintamente, mentre possono avere una relazione con una terza persona vista dalla persona che non vede i sentimenti non ricambiati come persona pessima laddove loro sarebbero migliori.

Io non concepisco il voler sfruttare le persone, è quanto di più ignobile possa esistere al mondo, persone così sono solo degli stronzi e chi ci sta sotto degli zerbini che si fanno trattare come delle pezze da piedi.
Non c'è cosa che tenga, questa è cattiveria.
Bisogna dirlo, ci sono persone buone e persone cattive al mondo, e da queste ultime ci si dovrebbe allontanare se si capisce che sono così.
Non è friendzone, la stronzaggine è un'altra cosa e, per quanto possa esser crudele per chi soffre comportarsi così, non esiste che la gente che non è ricambiata dica cose tipo: meriti lo stupro, cagna/puttana/ecc.
Buoni con le parole e con gli auguri di cose del genere.

Se questi sono “i bravi ragazzi”, questi che augurano lo stupro, però, io preferisco restare single e attendere nella prossima vita il mio amato prof che si spera non sia sposato.
Questo è un retaggio della cultura maschilista (triplo ahinoi) perché si pensa che se un uomo (parlo riferendomi all'atteggiamento maggioritario) ricopra una donna di attenzioni, regali, offra un pasto... poi si è dovute per forza a dare qualcosa in cambio o andarci a letto sin da subito, quindi a ricambiare un interesse che potrebbe anche darsi che non ci sia.
Ma lo ha prescritto qualche medico che occorre ricambiare una "gentilezza" che nessuno poi chiede loro?
A me pare di no e quando prenderò l'abilitazione alla professione medica non prescriverò nulla del genere.

Mi chiedo poi: appurato il caso che la persona che vi interessa vi tratta male e vi fa soffrire, perché perdete ancora tempo dietro questa persona? So bene che può essere difficile staccarsi, ma occorre farlo, perché non è un "sentimento" sano questo, non ci si ama se si permette a qualcuno di farci soffrire e se non si ama se stessi è impossibile amare qualcun altro perché non si è capaci di farlo.
Occorre la forza, la volontà di lasciar perdere persone così, se è l'amore quello che cercate.
Se poi cercate solo degli organi genitali... allora i primi stronzi (inteso al plurale generico, ovviamente) siete voi che camuffate parlando di amore solo la voglia dei pantaloni che prudono.

Ci sono anche le donne che dicono e augurano cose del genere alle "stronze friendzonatrici"... permettetemi di dire che io potrei augurarvi che un treno vi investa così ci si libera dall'ignoranza di cui siete portatori malsani.
E se sono le donne per prime a dare certi appellativi alle altre ragazze, beh… poi non venitemi a dire ancora di più che non occorre il femminismo nella nostra società.
Ne abbiamo bisogno, e tanto, a partire già dal fatto che si definisce una cosa che non esiste.

3 commenti:

  1. Si riconosce la tua penna inconfondibile (è un complimento).
    Sono d'accordo soprattutto con il paragrafo sui piagnistei (vero, se quella persona non ti ricambia, non la puoi costringere. Se ti sfrutta, colpa tua che glielo permetti).
    Come sono d'accordo sul fatto che non bisognerebbe aspettarsi nulla in cambio da una gentilezza, perché dove ci sono amore e amicizia veri non si sta certo a fare la spunta dei gesti ricambiati e non.
    Dovrebbe essere un qualcosa di molto spontaneo (almeno a mio parere).
    Però è anche vero che ogni situazione è a sé e per capire certe cose ci vuole molta coscienza e conoscenza personale, senza dimenticare una buona dose di onestà verso se stessi.

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    1. Ti ringrazio, sapere che ho un tratto distintivo scrivendo è un complimento meraviglioso, e sono quelli che mi fanno sciogliere.
      I sentimenti devono essere ricambiati e se ciò non succede... capita, come può capitare che vengano ricambiati. Se vuoi costringere qualcuno a ricambiare i tuoi sentimenti allora vuol dire che non ami, si è solo possessivi.
      Se poi si afferma di essere solo amici, proprio perché l'amicizia dovrebbe essere disinteressata, allora questi secondi fini non dovrebbero esistere.
      I sentimenti dovrebbero esser sempre spontanei.
      Parlando delle varie situazioni personali proprio per questo occorrerebbe essere onesti con se stessi e questo spesso non succede.
      Grazie per il commento. :)

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  2. Riassumo l'articolo in quattro frasi:
    -Grazie Dio per averci dato la fica, lo strumento più potente del mondo;
    -facciamo degli uomini quello che ci pare per mezzo di essa;
    -attenzione però che possono ribellarsi se non li gabbiamo finemente con la menata dell'amicizia;
    -sfruttiamo l'accusa della malafede preventiva per continuare a sfruttarli, del resto NOI possiamo illuderli perchè loro devono essere cavalieri e sperare a vita nella carota legata al bastone.

    L'autrice di questo cumulo di stronzate delinquenziali dovrebbe nascere uomo nella vita successiva. E allora sì che spasso.

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