L’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 6 febbraio la Giornata
internazionale della tolleranza zero nei confronti delle Mutilazioni Genitali Femminili
(MGF), facendo appello agli Stati membri, alla società civile e a
tutte le parti interessate (quindi anche i singoli, perché è una cosa
che riguarda tutti) al fine di attivarsi nel potenziare campagne di
sensibilizzazione e per intraprendere azioni concrete contro la MGF.
Ho
detto proprio che può riguardare i singoli. Ebbene sì: se noi
sappiamo qualcosa, se conosciamo, possiamo impegnarci, nel nostro
piccolo, per fare qualcosa. Non bisogna mai pensare "tanto queste cose
non capitano dalle nostre parti, quindi chissenefrega", assolutamente
no. Questo modo di ragionare è del tutto sbagliato. Il fatto che un
avvenimento sia lontano dalla nostra realtà non è mai una scusante per
non interessarsene o per agire, anche con gesti che sembrano molto
piccoli. Se la si pensa così allora vuol dire che crediamo che ci sono
persone di serie A e di serie B e queste ultime sono quelle che vedono i
loro diritti negati, quelle che vengono torturate senza ritegno, quelle
di cui noi sappiamo qualcosa grazie al telegiornale, ma tanto a noi sta
bene così, perché non siamo noi quelli che soffrono. Fin quando la si
pensa così non si andrà molto avanti.
Cosa sono le MGF? Perché questa pratica va combattuta? Questo è un estratto del rapporto del Ministero della Salute del 6 settembre 2006, che si può leggere e scaricare.
Con l’espressione mutilazioni genitali femminili si fa riferimento a tutte quelle forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili,
effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche. Vari
sono i tipi di mutilazioni genitali femminili, con diversi livelli di
gravità, di cui la più radicale è comunemente chiamata infibulazione.
Questa è una pratica diffusa prevalentemente dell’Africa Subsahariana,
ma che si conosce in Europa e anche in Italia grazie al fenomeno
dell'immigrazione.
L’OMS
stima che sono dai 100 ai 140 milioni le donne nel mondo sottoposte a
MGF e che le bambine (sì, bambine) sottoposte a tali pratiche sono, ogni
anno, circa 3 milioni. Le MGF sono diffuse in 28 Paesi africani e in
Medio Oriente (Iran, Iraq, Yemen, Oman, Arabia Saudita, Israele), ma
alcune tracce di questa pratica disumana la ritroviamo anche in alcuni
paesi asiatici come l’Indonesia, la Malesia o in alcune regioni
dell’India. Abbiamo anche le stime di quanto la pratica copra l'intero
sesso femminile: in Paesi come Egitto, Guinea, Sudan, Mali, Somalia, le
donne tra i 15-49 anni sottoposte a MGF superano il 90%, in Eritrea e in
Etiopia sono tra l’80 e il 90%, in Burkina Faso e in Mauritania sono
tra il 70 e l’80%.
Questa
pratica è diventata un vero e proprio business, perché le persone che
intervengono sulle bambine traggono profitto da ciò, ricavandone un vero
e proprio reddito. Nei villaggi solitamente sono donne anziane e
autorevoli che si adoperano per questa "pratica". Le condizioni
igieniche sono precarie, gli strumenti sono rudimentali, e disinfettanti
e anestetici sono naturali. Bisogna anche sapere che più passa il tempo
e maggiore è la "medicalizzazione" del rito, ovvero si praticano le MGF
all'interno di strutture sanitarie, quindi sono a opera proprio di
operatori sanitari.
Questa è una pratica che menoma la funzionalità di parti vitali di una persona, specie minorenni. Non ha alcuna finalità terapeutica, ed è dunque proibita dalle leggi della maggior parte dei Paesi occidentali e africani, oltre che dalla comunità scientifica.
Le ragioni delle mutilazioni genitali femminili sono varie:
1) Socio-culturali. Si crede che soltanto con la rimozione della clitoride una donna possa raggiungere la maturità e divenire a pieno titolo componente della comunità stessa. Le MGF sono considerate anche una forma di controllo della sessualità della donna, che solo privata di una parte dei suoi organi genitali potrà mantenersi vergine e casta. Significa anche “purificare la donna” dei genitali esterni perché, secondo alcune tradizioni, questi hanno effetti negativi sulla sua salute mentale, ma anche sulla vita del proprio marito e dei futuri figli. In questo contesto culturale le MGF aprono alle donne le porte del matrimonio, che in molte comunità comporta anche accesso alla terra e quindi alla sopravvivenza.
Questa è una pratica che menoma la funzionalità di parti vitali di una persona, specie minorenni. Non ha alcuna finalità terapeutica, ed è dunque proibita dalle leggi della maggior parte dei Paesi occidentali e africani, oltre che dalla comunità scientifica.
Le ragioni delle mutilazioni genitali femminili sono varie:
1) Socio-culturali. Si crede che soltanto con la rimozione della clitoride una donna possa raggiungere la maturità e divenire a pieno titolo componente della comunità stessa. Le MGF sono considerate anche una forma di controllo della sessualità della donna, che solo privata di una parte dei suoi organi genitali potrà mantenersi vergine e casta. Significa anche “purificare la donna” dei genitali esterni perché, secondo alcune tradizioni, questi hanno effetti negativi sulla sua salute mentale, ma anche sulla vita del proprio marito e dei futuri figli. In questo contesto culturale le MGF aprono alle donne le porte del matrimonio, che in molte comunità comporta anche accesso alla terra e quindi alla sopravvivenza.
2) Igieniche ed estetiche.
Le comunità che praticano le MGF associano ai genitali femminili
esterni un’idea di bruttezza e di nocività; pensano che se non
opportunamente ridotti, i genitali possono continuare a crescere
condizionando la vita della donna. La rimozione, più o meno radicale,
delle parti esterne rende la donna (secondo la loro visione delle cose)
più bella da un punto di vista estetico e più pulita da un punto di
vista igienico, un concetto di bellezza cui è associato un significato
più profondo di purezza spirituale.
3) Spirituali e religiose.
Questo imperativo, per molte comunità, deriva dalla religione e credono
che le MGF siano indispensabili per rendere le giovani donne pure
spiritualmente. In alcune realtà musulmane si tende a credere che il
Corano prescriva tali pratiche, ma ciò non è assolutamente vero. Non
risultano tali prescrizioni da alcun testo sacro.
4) Psicologiche e sessuali.
Si tende a sostenere la necessità di MGF per prevenire una
incontrollata attività sessuale delle giovani donne, dovuta alla
crescita eccessiva della clitoride che aumenterebbe il desiderio
sessuale. Le MGF sarebbero quindi necessarie per preservare la verginità
delle giovani donne che possono così giungere al matrimonio vergini,
per tutelare gli uomini e l’intera comunità da una vita sessualmente
dissoluta. Si crede inoltre che il restringimento della vagina possa
provocare un maggior piacere per l’uomo nel rapporto sessuale, e quindi
prevenire l’infedeltà e i divorzi, fonte di disonore per l'uomo che ha
contratto matrimonio con l'eventuale donna che tradisce.
Gli
organismi internazionali (OMS, Unicef, Unfpa), gli Stati, siano essi
occidentali, africani o medio orientali, sono tutti concordi nel
ritenere che le MGF rappresentano una grave violazione dell’integrità
fisica, psichica e morale delle donne, una grave violazione di uno dei
diritti umani fondamentali che è il diritto alla salute.
Diversi
studi, oltre la pratica medica quotidiana, hanno dimostrato che le MGF
comportano serie conseguenze sulla salute fisica e mentale delle bambine
e delle donne, anche per le patologie legate alle complicanze che ne
derivano. Tali complicanze dipendono dalla gravità delle mutilazioni,
dalle condizioni igieniche in cui sono eseguite, ma anche nelle quali
abitualmente vivono le donne, dall’abilità delle persone che eseguono
l’intervento. Le MGF, chiamate anche circoncisione femminile,
si differenziano dalla circoncisione maschile, praticata e consentita in
molti paesi per ragioni religiose e igieniche, perché sono pratiche
tradizionali che hanno come effetto la mutilazione irreversibile del
corpo delle donne e l’alterazione violenta dell’identità psicofisica,
senza alcuna giustificazione nell’interesse della salute. Per questo, a
differenza della circoncisione maschile, che non è invalidante, sono
proibite.
Per chi vuole approfondire, questo documentario in inglese (di facile comprensione) fa al caso vostro. Questo è invece il video del SISM di quest'anno per ricordare e per far capire attraverso una testimonianza.
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