Ci sono momenti in
cui, con tanta nostalgia, ripenso a quando stilavo piccole liste da
cinque elementi di cui mi sarebbe piaciuto chiacchierare in video.
Ci sono anche
momenti in cui sento di dover far parlare anche la me fangirl
perché innanzitutto lo sono (e non l'ho mai negato), ma anche perché
di tanto in tanto fa bene anche parlare di cose più leggere e
tranquille, che possono essere viste sia come un piacevole svago sia
come un modo per fare due chiacchiere e conoscersi meglio.
Essendo che mi
risulta più facile scrivere sul blog che non girare un video, ho
pensato di scrivere la top ten che avevo in mente da un bel
po' di tempo.
Inauguriamo la
rubrica Fenice fangirl con i dieci personaggi maschili
di fantasia da me amati.
Non nascondo che ve
ne sarà anche una con le mie dieci donne di fantasia amate; con ogni
probabilità mi dilungherò su di loro molto di più di come farò
come questi fanciulli.
Ci sarebbe anche un
personaggio jolly, ma mi piacerebbe parlare di lui per bene in un
post apposito, se così posso dire.
Proverò ad andare
in ordine cronologico, in alcuni casi però mi risulterà facile di
altri.
Questo è dovuto al
fatto che il mio gradimento per loro sarebbe sparso e quindi non ci
sarebbe un ordine di preferenza vero e proprio.
Partiamo, dunque.
Dimenticavo:
purtroppo o per fortuna non saprei, nella mia lista non compare alcun
“villain”. Per carità, ci sono dei cattivi che mi piacciono come
personaggi e se sono ben fatti meglio ancora, ma con tutti i miei
difetti, le mie imperfezioni e il mio “lato oscuro”, io tendo al
bene e chi amo, in un modo o nell'altro, è sostanzialmente buono.
Marty McFly.
Stando ai racconti
di mia madre, ero una bambinetta di quattro anni quando vidi per la
prima volta Ritorno al futuro e mi scoprii "partita"
per lui.
Questo ragazzo è
stata la mia prima cotta che sicuramente non si è mai estinta e
ancora oggi, ogniqualvolta mi capita di fare una maratona della saga
(quest'anno mi è capitato di farla ben due volte, di cui una al
cinema, dopotutto non mi sarei mai persa l'evento del ventuno
ottobre) credo di arrossire come una ragazzina. Forse è colpa sua
(?) se ho preso una grossa sbandata per il mio ex: credevo che gli
somigliasse. Sì, mi avevano attirato il suo modo di fare (prima che
si rivelasse per la merda che era) e la sua intelligenza (che pensavo
avesse), però poi col tempo, iniziai a fare questa associazione
estetica.
Inutile dire che lui
resterà sempre la versione poraccissima, eh. Ed è fuori dalla mia
vita, che liberazione.
Jack Jackson.
Anno 1997, anno
della mia edizione della copia de I pilastri della terra e
della sua prima lettura. L'ho letta tante di quelle volte che certe
pagine, come vi raccontavo nel video dei miei
dieci fatti "librosi", sono sporche di marmellata,
alcune un poco ondulate perché ci ho pianto sopra... e lì lasciai
una parte del mio cuore a Jack. Dico "una parte del mio cuore"
perché un'altra parte l'ho data a una donna di quello stesso libro.
Quel ragazzo
taciturno eppure dall'animo così vasto mi conquistò, senza se e
senza ma, e ancora oggi, quando rifaccio la mia rilettura annuale
di alcuni libri in particolare con cui ho un appuntamento fisso, non
posso non parteggiare per lui, adorarlo e sospirare assieme ai suoi
moti dell'animo. E a innamorarmene ogni volta.
Faramir.
Siamo nel 2000, anno
in cui nacque mio fratello e, quando mia madre andò in ospedale per
partorire, mio nonno mi regalò la Trilogia dell'Anello. Il
nonno era il primo tolkeniano di casa e aspettavo con ansia che
arrivasse quel giorno.
Dico sempre che
Aragorn è il mio re, il re al quale mi inchinerei e col quale
combatterei, ma Faramir è il re del mio cuore, quello a cui
permetterei di starmi accanto, colui con il quale potrei pensare di
scegliere di convidere me stessa e la mia vita.
Qualcuno che amerei,
qualcuno a cui darei me stessa e scoprendo poi di ricevere
altrettanto.
Quello tra lui ed
Éowyn è il mio ideale
di amore sommo ed è
forse per questo che non mi accontento quando si tratta di persone e
sentimenti, di qualunque genere.
Un
tipo di amore per me vero a cui aspiro e che spero arrivi, un giorno
(anche se sto benissimo da sola).
Ringrazio
quindi Tolkien per avermi dato degli standard di donne e uomini da
amare e per avermi dato una delle mie OTP supreme.
Ma
di questo sarà ciò di cui parlerò nella
prossima puntata.
Harry Bosch.
Anno 2001, primo
approccio con Michael Connelly e amore a prima lettura con
Hieronymous Bosch, poliziotto del Dipartimento Rapine e Omicidi di
Los Angeles.
Sì, si chiama
proprio come il pittore fiammingo che scelse questo nome come
proprio; la madre pensò che fosse adatto dato che il nome suonava
bene col cognome – proprio come per dire diamo un nome che è
stato già collaudato e pare sia bello –
e da lì una giovanissima Barbara fece una scoperta, anzi, più di
una.
Scoprii
il thriller, quello che
tuttora oggi sento come uno dei generi a me più affini, scoprii il
nome di un pittore che, dopo un poco, divenne uno dei miei pittori
preferiti e scoprii un altro dei miei amori letterari che...
assomiglia a un altro dei personaggi che citerò. Tra un po' parlerò
anche di lui.
Mi
piacerebbe vedere la serie TV realizzata su di lui, Bosch,
che però non è ancora disponibile nello streaming di Amazon Italia.
Per
favore, date a noi poveri fan italiani di Harry la gioia di vedere il
suo film!
Intanto
vi consiglio di vedere il film The
Lincoln Lawyer,
il cui protagonista è Mickey Haller, fratellastro di Bosch. Secondo
me merita.
Dante.
Nel
2002 comprai il primo Devil
May Cry e
credo che da lì il mio amore per il thriller spaziò verso qualcosa
di diverso, unito al sovrannaturale e all'eterna lotta tra bene e
male sotto più aspetti. Penso
che forse, nel bene o nel male, ne abbiate sentito parlare, quindi
non mi dilungherei su chi sia e cosa fa.
E
fu così che persi la testa per Dante, un uomo che sta sulle sue, per
il quale contano più i fatti che non le parole, un uomo dalla bella
voce, in aggiunta.
Diciamo
meglio: un mezzodemone coi capelli bianchi, gli occhi azzurri e una
voce che mi fa tremare le ginocchia.
La
fissa degli occhi chiari l'ho sempre avuta, quella delle belle voci
partì col doppiatore di Dante e ancora oggi io adoro le belle voci,
sia maschili sia femminili.
Adoro
proprio ascoltare le voci, distinguere chiaramente il timbro e il
tono, l'intonazione, il modo in cui le persone parlano, come le voci
riescano a farlo per loro... e non c'è niente di più eccitante per
me di qualcuno che mi legge qualcosa, a letto. Qualcosa
di intimo, solo per me in quel momento, e accompagnato da una voce
che pondera bene le parole scritte per dare una forma diversa
rispetto a quelle stampate. Per me è l'estasi mentale e
se non sono intellettualmente stimolata non riesco proprio a provare
piacere verso qualcuno.
Parecchi
anni fa Giancarlo Giannini conduceva un programma
intitolato Racconti neri, in cui leggeva sotto forma di monologo i
classici ottocenteschi del gotico, del noir come per esempio Poe,
Maupassant, Conan Doyle e altri... la sua voce unita a quel climax di
terrore e suspense che si creava mi faceva rabbrividire di piacere
intellettuale e fisico – la pelle d'oca era davvero palpabile – e
io restavo sveglia la notte per vedere il programma.
Jay
e Silent Bob.
Faccio appello a cosa disse Gimli a Legolas ovvero “Comunque
conta per uno!” per citare questi due personaggi nati dalla
fantasia di Kevin Smith.
Sono dissacranti, politicamente scorretti, sboccati, oscenamente
brillanti nella loro stupidità logorroica – quest'ultima
definizione è per Jay – e nel mutismo interrotto per pronunciare
delle vere e proprie perle di saggezza – qui mi riferisco a Bob –
e li adoro.
Se Faramir e Marco Hietala mi hanno iniziata alla mia fissazione per
i ragazzi coi capelli biondi, Jay l'ha acuita – trovo Jason Mewes
un bel ragazzo, non lo nego – fin troppo.
Loro due incarnano molto la mia parte più scurrile e oscena, quella
che in certi momenti emerge e non riesco a dire altro che una sequela
di imprecazioni atte a rimarcare la mia rabbia o quando proprio sono
costretta a parlare con degli emeriti coglioni – effetto Jay,
signori! – e quindi vado sul più terra terra che più terra
terra non si può. La loro libertà spregiudicata poi di parlare di
sesso mi ha aperto poi la strada per vivere la mia sessualità
liberamente e senza tabù derivati da preconcetti fin troppo
radicati, specie nell'immaginario comune o meglio, nell'immaginario
comune di quello che dovrebbe essere una donna.
Indimenticabile per me una battuta di Jay in Dogma riguardo
l'aborto: io e Bob siamo pro-scelta; il corpo è della donna e
sono cazzi suoi.
Amen.
Gregory House.
Anno 2005, anno in
cui quello che per me è IL medical drama per eccellenza è comparso
sugli schermi.
Questo medico
cinico, sarcastico, sincero fino al midollo, tanto in gamba quanto
stronzo e per nulla convenzionale, un uomo iconoclasta, ma sempre
volto al bene del paziente sempre e comunque è diventato uno dei
miei grandi amori.
No, non è guardando
la serie che ho deciso di voler studiare medicina, anche perché sono
perfettamente consapevole del fatto che è assolutamente
improbabile che tutte le
malattie rare e complicate si concentravano proprio nel Princeton
Plainsboro – ma dai, non ci crede nessuno! – ma
ha comunque lasciato il segno in una ragazza che caratterialmente
condivide moltissimo con questo personaggio.
In
più ho amato vedere Hugh Laurie in un ruolo più serio, lui che è
un bravissimo comico (oltre che musicista) ha saputo dare molto
spessore a un personaggio drammatico che ha sempre avuto molto
potenziale, ben espresso.
House M.D.
è una delle mie pochissime serie amatissime.
Io
sono della fazione House/Cuddy, per chi se lo stesse chiedendo, qui
lo dico e qui non lo nego.
Il
mio sogno proibito però è Tredici (e vorrei vedere).
Ho
comunque goduto con tutta me stessa quando nella saga di Harry Bosch,
la partner del momento, Rachel Walling, ha detto a Bosch “assomigli
a dottor House”.
Leggendo
i libri io avevo associato alla figura di Bosch l'aspetto di Laurie e
aver trovato conferma in quelle parole mi fece davvero esultare.
Perdiana,
come sono felice!
Edward
Elric.
Altro
biondino, ma questa volta l'amore è un poco – forse troppo –
personale.
Ho
detto di sentirmi affine a Greg, ma l'affinità con Edward Elric è
pressoché totale.
Se conoscete la
storia di FullMetal Alchemist sapete
cosa fecero i fratelli Elric e cosa ha condotto il loro estremo,
disperato gesto.
Ebbene,
lo avrei fatto anche io se avessi avuto l'occasione, nel loro mondo,
approfondendo le mie conoscenze e le mie competenze.
Il
motivo per cui ho scelto di fare il medico è quello che, da bambina,
ho perso persone a me molto care per via di malattie e ho giurato che
avrei fatto quanto era in mio potere per salvare le persone a cui
voglio bene. La ragione forse è una ragazzata, le parole di una
bambina che elaborando i
lutti, allontanandosi da una fede che non aveva mai sentito sua oltre
che per nulla vera, si è rifugiata ancora di più nel vasto mondo
della scienza che le ha dato tanto, rendendola ancora più assetata
di conoscenza, e della voglia di cercare il suo posto nel mondo.
E
di aggrapparsi al sogno di poter salvare chi ama, per come può,
scegliendo consapevolmente di intraprendere un percorso duro e
impegnativo.
Edward
è irascibile, spesso istintivo, ma capace e anche logico al
contempo, quando ragiona è molto analitico e riesce a elaborare bene
quello su cui deve meditare. È studioso e ama conoscere.
E
ama suo fratello – no, no, niente Elricest, il loro è un amore
FRATERNO, un amore tra fratelli che hanno perso tanto e che vogliono
rimediare ai loro errori, diventando l'uno il sostegno dell'altro –
non potete immaginare quanto
io mi riveda in questo fagiolino,
con cui condivido persino la diversa altezza.
Amo
Edward perché ho imparato ad ammirarlo (è difficile che io ammiri
una persona, figurarsi un personaggio, ma quando accade inizio a
voler bene) e perché è profondo, oltre che buono e sensibile e
capace di rialzarsi nonostante ne abbia patite tante.
Zevran
Arainai.
Mh,
what? I... oh. I rather thought
I
would wake
up dead. Or
not wake up at all, as the case may be. But
I see you haven' killed me yet.
Queste
sono le prime parole che quest'elfo assassino ha pronunciato rivolto
alla mia custode in
Dragon
Age Origins –
so
le battute a memoria, notate –
e il mio cuore ha perso un battito, oltre a rendere le mie ginocchia
molli.
Ebbene
sì, questo disgraziato
dall'accento
latino ha un timbro di voce suadente e bellissimo – grazie, Jon
Curry, grazie. Non ti ringrazierò mai abbastanza – e
questo mi ha mandato in pappa il cervello, a
partire dal 2009.
Aggiungete
i capelli biondi... ma no, non è tutto.
Zevran
è un bel personaggio, dapprima un antagonista, ma poi alleato e, nel
caso amico, amante o compagno.
Il
fatto che sia un personaggio ben costruito, complesso e particolare
mi ha stregata.
Mi
ha colpito il fatto che non ha mai negato il suo passato, cosa ha
fatto, i suoi trascorsi anche sessuali – per i quali al giorno
d'oggi, nel nostro mondo, spesso si è tacciati e discriminati – e
la sua onestà.
Interagendo
col personaggio si scopre chi è, piano piano, e a sua volta si
capisce che è un elfo segnato dalla vita – sì, ha un passato
triste, ma non vuole essere compatito, altro punto a favore – che
lo ha reso così com'è, ma che è capace di fare del bene.
Ha
comunque degli scrupoli e non ama far del male agli innocenti, cosa
che non ci si aspetta da un assassino prezzolato e pragmatico e
mi piace anche per questo.
La
cosa bella di Zevran e della romance col suo personaggio è che nasce
dapprima come una questione puramente fisica e poi si sviluppa
diventando più profonda (se lo si vuole).
Questo
a mio avviso rispecchia molto la realtà quotidiana: quando c'è
attrazione tra due persone e si desidera esplorare il contatto
fisico, ebbene, che lo si faccia. Non si deve reprimere l'attrazione.
Una relazione ha anche una componente sessuale che è un buon
discriminante della vita di coppia ovvero se si è complici a letto e
se si vive una buona sessualità allora è molto più probabile che
si è uniti maggiormente nella vita di tutti i giorni.
E
unendo
tutti gli aspetti – intellettuale, fisico, e chi più ne ha ne
metta – col tempo si possono gettare le basi per qualcosa di più
solido.
Almeno
questo è il mio parere e tale resta.
Zevran
quindi unisce sensualità, una
certa dose di realismo (io, per quanto sia molto piantata coi piedi
per terra, resto pur sempre una sognatrice, mi compensa in tal senso)
e
una bella persona che trova uno scopo nella vita se si è comunque
disposti a conoscerlo e ad averci a che fare.
Iron Bull.
Per lui sto
scrivendo un post speciale (?) in cui non tratterò tante cose che
fino a questo momento ho sì detto, ma non esplicitamente e conto di
voler rimediare a quella che io definisco una grave mancanza.
Siamo questa volta
in Dragon Age Inquisition
e questo personaggio è davvero tanta, tantissima roba.
Fondamentalmente
a me non piacciono le persone muscolose e imponenti, ma lui è una
delle poche eccezioni. Ammetto
che lui mi fa sangue fisicamente ed è stranissimo data
la mia personalità perché
per me l'attrazione fisica passa prima per il cervello, ma con lui
non è così.
Il
suo aspetto inquietante e la sua bestialità
sul
campo di battaglia sono l'apparenza di una creatura (e sì, non è
umano) che, se conosciuto meglio, rivela che bella persona essa sia.
Certo,
ha difetti, ma chi non ne ha? È molto umano
da questo punto di vista e ciò lo rende un bel personaggio.
Una
cosa che io amo di lui è il rapporto coi suoi sottoposti della sua
compagnia di mercenari chiamati Le
Furie Taurine:
per loro è sì un capo, ma è anche un compare, un compagno di bevute
e un amico dato che si preoccupa per loro. Forse
alle volte è una chioccia, ma i membri della squadra non hanno più
legami e rapporti con i loro cari e lui sembra proprio intenzionato a
tenere salda quella che io vedo come una bella famiglia. Una famiglia
con cui farei volentieri il pranzo di Natale, mi divertirei con loro.
Non
è una cosa scontata secondo me, non lo è mai, anche nel mio
quotidiano.
Con
le Furie sa essere sia di polso sia comprensivo all'occorrenza
e questo denota la sua umanità; mi piace che non fa mai distinzioni
di razze e
che accetta il passato dei suoi senza problemi.
Il
rapporto che ha con Krem, che vedo molto come un bellissimo rapporto
fraterno – fratelli non di sangue, ma di persone che si sono scelte
– me lo fa amare ancora di più.
La
romance con lui sviluppa come quella di Zevran sostanzialmente e
quello che ho detto per lui vale anche per Bull.
Il
suo essere anche come Jay, che fa battutacce oscene e che non va
tanto per il sottile quando si tratta di dire cose anche legate al
sesso – non è un tabù, ricordiamolo bene – gli conferisce anche
quella natura che secondo me può sostenere anche le mie battutacce
legate al sesso.
Quando
io parlo di sesso con qualcuno lo reputo come la
prova del nove:
se mi si permette di parlarne liberamente senza giudicarmi, allora si
può pensare di essere amici, perché si accetterebbe un lato di me
che non voglio nascondere. Se ciò non accade... insomma, si capisce
dove manderei qualcuno.
Questi erano i miei dieci personaggi maschili preferiti. La prossima volta parlerò invece delle mie donne amate.
Poi ci saranno le mie OTP e BROTP.
E i vostri personaggi maschili preferiti quali sono?
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