martedì 22 dicembre 2015

Fenice fangirl. #01

Ci sono momenti in cui, con tanta nostalgia, ripenso a quando stilavo piccole liste da cinque elementi di cui mi sarebbe piaciuto chiacchierare in video.
Ci sono anche momenti in cui sento di dover far parlare anche la me fangirl perché innanzitutto lo sono (e non l'ho mai negato), ma anche perché di tanto in tanto fa bene anche parlare di cose più leggere e tranquille, che possono essere viste sia come un piacevole svago sia come un modo per fare due chiacchiere e conoscersi meglio.

Essendo che mi risulta più facile scrivere sul blog che non girare un video, ho pensato di scrivere la top ten che avevo in mente da un bel po' di tempo.

Inauguriamo la rubrica Fenice fangirl con i dieci personaggi maschili di fantasia da me amati.
Non nascondo che ve ne sarà anche una con le mie dieci donne di fantasia amate; con ogni probabilità mi dilungherò su di loro molto di più di come farò come questi fanciulli.

Ci sarebbe anche un personaggio jolly, ma mi piacerebbe parlare di lui per bene in un post apposito, se così posso dire.
Proverò ad andare in ordine cronologico, in alcuni casi però mi risulterà facile di altri.
Questo è dovuto al fatto che il mio gradimento per loro sarebbe sparso e quindi non ci sarebbe un ordine di preferenza vero e proprio.

Partiamo, dunque.

Dimenticavo: purtroppo o per fortuna non saprei, nella mia lista non compare alcun “villain”. Per carità, ci sono dei cattivi che mi piacciono come personaggi e se sono ben fatti meglio ancora, ma con tutti i miei difetti, le mie imperfezioni e il mio “lato oscuro”, io tendo al bene e chi amo, in un modo o nell'altro, è sostanzialmente buono.

Marty McFly.

Stando ai racconti di mia madre, ero una bambinetta di quattro anni quando vidi per la prima volta Ritorno al futuro e mi scoprii "partita" per lui.
Questo ragazzo è stata la mia prima cotta che sicuramente non si è mai estinta e ancora oggi, ogniqualvolta mi capita di fare una maratona della saga (quest'anno mi è capitato di farla ben due volte, di cui una al cinema, dopotutto non mi sarei mai persa l'evento del ventuno ottobre) credo di arrossire come una ragazzina. Forse è colpa sua (?) se ho preso una grossa sbandata per il mio ex: credevo che gli somigliasse. Sì, mi avevano attirato il suo modo di fare (prima che si rivelasse per la merda che era) e la sua intelligenza (che pensavo avesse), però poi col tempo, iniziai a fare questa associazione estetica.
Inutile dire che lui resterà sempre la versione poraccissima, eh. Ed è fuori dalla mia vita, che liberazione.

Jack Jackson.

Anno 1997, anno della mia edizione della copia de I pilastri della terra e della sua prima lettura. L'ho letta tante di quelle volte che certe pagine, come vi raccontavo nel video dei miei dieci fatti "librosi", sono sporche di marmellata, alcune un poco ondulate perché ci ho pianto sopra... e lì lasciai una parte del mio cuore a Jack. Dico "una parte del mio cuore" perché un'altra parte l'ho data a una donna di quello stesso libro.
Quel ragazzo taciturno eppure dall'animo così vasto mi conquistò, senza se e senza ma, e ancora oggi, quando rifaccio la mia rilettura annuale di alcuni libri in particolare con cui ho un appuntamento fisso, non posso non parteggiare per lui, adorarlo e sospirare assieme ai suoi moti dell'animo. E a innamorarmene ogni volta.

Faramir.

Siamo nel 2000, anno in cui nacque mio fratello e, quando mia madre andò in ospedale per partorire, mio nonno mi regalò la Trilogia dell'Anello. Il nonno era il primo tolkeniano di casa e aspettavo con ansia che arrivasse quel giorno.
Dico sempre che Aragorn è il mio re, il re al quale mi inchinerei e col quale combatterei, ma Faramir è il re del mio cuore, quello a cui permetterei di starmi accanto, colui con il quale potrei pensare di scegliere di convidere me stessa e la mia vita.
Qualcuno che amerei, qualcuno a cui darei me stessa e scoprendo poi di ricevere altrettanto.
Quello tra lui ed Éowyn è il mio ideale di amore sommo ed è forse per questo che non mi accontento quando si tratta di persone e sentimenti, di qualunque genere.
Un tipo di amore per me vero a cui aspiro e che spero arrivi, un giorno (anche se sto benissimo da sola).
Ringrazio quindi Tolkien per avermi dato degli standard di donne e uomini da amare e per avermi dato una delle mie OTP supreme.
Ma di questo sarà ciò di cui parlerò nella prossima puntata.

Harry Bosch.

Anno 2001, primo approccio con Michael Connelly e amore a prima lettura con Hieronymous Bosch, poliziotto del Dipartimento Rapine e Omicidi di Los Angeles.
Sì, si chiama proprio come il pittore fiammingo che scelse questo nome come proprio; la madre pensò che fosse adatto dato che il nome suonava bene col cognome – proprio come per dire diamo un nome che è stato già collaudato e pare sia bello – e da lì una giovanissima Barbara fece una scoperta, anzi, più di una.
Scoprii il thriller, quello che tuttora oggi sento come uno dei generi a me più affini, scoprii il nome di un pittore che, dopo un poco, divenne uno dei miei pittori preferiti e scoprii un altro dei miei amori letterari che... assomiglia a un altro dei personaggi che citerò. Tra un po' parlerò anche di lui.
Mi piacerebbe vedere la serie TV realizzata su di lui, Bosch, che però non è ancora disponibile nello streaming di Amazon Italia.
Per favore, date a noi poveri fan italiani di Harry la gioia di vedere il suo film!
Intanto vi consiglio di vedere il film The Lincoln Lawyer, il cui protagonista è Mickey Haller, fratellastro di Bosch. Secondo me merita.

Dante.

Nel 2002 comprai il primo Devil May Cry e credo che da lì il mio amore per il thriller spaziò verso qualcosa di diverso, unito al sovrannaturale e all'eterna lotta tra bene e male sotto più aspetti. Penso che forse, nel bene o nel male, ne abbiate sentito parlare, quindi non mi dilungherei su chi sia e cosa fa.
E fu così che persi la testa per Dante, un uomo che sta sulle sue, per il quale contano più i fatti che non le parole, un uomo dalla bella voce, in aggiunta.
Diciamo meglio: un mezzodemone coi capelli bianchi, gli occhi azzurri e una voce che mi fa tremare le ginocchia.
La fissa degli occhi chiari l'ho sempre avuta, quella delle belle voci partì col doppiatore di Dante e ancora oggi io adoro le belle voci, sia maschili sia femminili.
Adoro proprio ascoltare le voci, distinguere chiaramente il timbro e il tono, l'intonazione, il modo in cui le persone parlano, come le voci riescano a farlo per loro... e non c'è niente di più eccitante per me di qualcuno che mi legge qualcosa, a letto. Qualcosa di intimo, solo per me in quel momento, e accompagnato da una voce che pondera bene le parole scritte per dare una forma diversa rispetto a quelle stampate. Per me è l'estasi mentale e se non sono intellettualmente stimolata non riesco proprio a provare piacere verso qualcuno.
Parecchi anni fa Giancarlo Giannini conduceva un programma intitolato Racconti neri, in cui leggeva sotto forma di monologo i classici ottocenteschi del gotico, del noir come per esempio Poe, Maupassant, Conan Doyle e altri... la sua voce unita a quel climax di terrore e suspense che si creava mi faceva rabbrividire di piacere intellettuale e fisico – la pelle d'oca era davvero palpabile – e io restavo sveglia la notte per vedere il programma.

Jay e Silent Bob.

Faccio appello a cosa disse Gimli a Legolas ovvero “Comunque conta per uno!” per citare questi due personaggi nati dalla fantasia di Kevin Smith.
Sono dissacranti, politicamente scorretti, sboccati, oscenamente brillanti nella loro stupidità logorroica – quest'ultima definizione è per Jay – e nel mutismo interrotto per pronunciare delle vere e proprie perle di saggezza – qui mi riferisco a Bob – e li adoro.
Se Faramir e Marco Hietala mi hanno iniziata alla mia fissazione per i ragazzi coi capelli biondi, Jay l'ha acuita – trovo Jason Mewes un bel ragazzo, non lo nego – fin troppo.
Loro due incarnano molto la mia parte più scurrile e oscena, quella che in certi momenti emerge e non riesco a dire altro che una sequela di imprecazioni atte a rimarcare la mia rabbia o quando proprio sono costretta a parlare con degli emeriti coglioni – effetto Jay, signori! – e quindi vado sul più terra terra che più terra terra non si può. La loro libertà spregiudicata poi di parlare di sesso mi ha aperto poi la strada per vivere la mia sessualità liberamente e senza tabù derivati da preconcetti fin troppo radicati, specie nell'immaginario comune o meglio, nell'immaginario comune di quello che dovrebbe essere una donna.
Indimenticabile per me una battuta di Jay in Dogma riguardo l'aborto: io e Bob siamo pro-scelta; il corpo è della donna e sono cazzi suoi.
Amen.

Gregory House.

Anno 2005, anno in cui quello che per me è IL medical drama per eccellenza è comparso sugli schermi.
Questo medico cinico, sarcastico, sincero fino al midollo, tanto in gamba quanto stronzo e per nulla convenzionale, un uomo iconoclasta, ma sempre volto al bene del paziente sempre e comunque è diventato uno dei miei grandi amori.
No, non è guardando la serie che ho deciso di voler studiare medicina, anche perché sono perfettamente consapevole del fatto che è assolutamente improbabile che tutte le malattie rare e complicate si concentravano proprio nel Princeton Plainsboro – ma dai, non ci crede nessuno! – ma ha comunque lasciato il segno in una ragazza che caratterialmente condivide moltissimo con questo personaggio.
In più ho amato vedere Hugh Laurie in un ruolo più serio, lui che è un bravissimo comico (oltre che musicista) ha saputo dare molto spessore a un personaggio drammatico che ha sempre avuto molto potenziale, ben espresso.
House M.D. è una delle mie pochissime serie amatissime.
Io sono della fazione House/Cuddy, per chi se lo stesse chiedendo, qui lo dico e qui non lo nego.
Il mio sogno proibito però è Tredici (e vorrei vedere).
Ho comunque goduto con tutta me stessa quando nella saga di Harry Bosch, la partner del momento, Rachel Walling, ha detto a Bosch “assomigli a dottor House”.
Leggendo i libri io avevo associato alla figura di Bosch l'aspetto di Laurie e aver trovato conferma in quelle parole mi fece davvero esultare.
Perdiana, come sono felice!

Edward Elric.

Altro biondino, ma questa volta l'amore è un poco – forse troppo – personale.
Ho detto di sentirmi affine a Greg, ma l'affinità con Edward Elric è pressoché totale.
Se conoscete la storia di FullMetal Alchemist sapete cosa fecero i fratelli Elric e cosa ha condotto il loro estremo, disperato gesto.
Ebbene, lo avrei fatto anche io se avessi avuto l'occasione, nel loro mondo, approfondendo le mie conoscenze e le mie competenze.
Il motivo per cui ho scelto di fare il medico è quello che, da bambina, ho perso persone a me molto care per via di malattie e ho giurato che avrei fatto quanto era in mio potere per salvare le persone a cui voglio bene. La ragione forse è una ragazzata, le parole di una bambina che elaborando i lutti, allontanandosi da una fede che non aveva mai sentito sua oltre che per nulla vera, si è rifugiata ancora di più nel vasto mondo della scienza che le ha dato tanto, rendendola ancora più assetata di conoscenza, e della voglia di cercare il suo posto nel mondo.
E di aggrapparsi al sogno di poter salvare chi ama, per come può, scegliendo consapevolmente di intraprendere un percorso duro e impegnativo.
Edward è irascibile, spesso istintivo, ma capace e anche logico al contempo, quando ragiona è molto analitico e riesce a elaborare bene quello su cui deve meditare. È studioso e ama conoscere.
E ama suo fratello – no, no, niente Elricest, il loro è un amore FRATERNO, un amore tra fratelli che hanno perso tanto e che vogliono rimediare ai loro errori, diventando l'uno il sostegno dell'altro – non potete immaginare quanto io mi riveda in questo fagiolino, con cui condivido persino la diversa altezza.
Amo Edward perché ho imparato ad ammirarlo (è difficile che io ammiri una persona, figurarsi un personaggio, ma quando accade inizio a voler bene) e perché è profondo, oltre che buono e sensibile e capace di rialzarsi nonostante ne abbia patite tante.

Zevran Arainai.

Mh, what? I... oh. I rather thought I would wake up dead. Or not wake up at all, as the case may be. But I see you haven' killed me yet.

Queste sono le prime parole che quest'elfo assassino ha pronunciato rivolto alla mia custode in Dragon Age Origins so le battute a memoria, notate – e il mio cuore ha perso un battito, oltre a rendere le mie ginocchia molli.
Ebbene sì, questo disgraziato dall'accento latino ha un timbro di voce suadente e bellissimo – grazie, Jon Curry, grazie. Non ti ringrazierò mai abbastanza – e questo mi ha mandato in pappa il cervello, a partire dal 2009.
Aggiungete i capelli biondi... ma no, non è tutto.
Zevran è un bel personaggio, dapprima un antagonista, ma poi alleato e, nel caso amico, amante o compagno.
Il fatto che sia un personaggio ben costruito, complesso e particolare mi ha stregata.
Mi ha colpito il fatto che non ha mai negato il suo passato, cosa ha fatto, i suoi trascorsi anche sessuali – per i quali al giorno d'oggi, nel nostro mondo, spesso si è tacciati e discriminati – e la sua onestà.
Interagendo col personaggio si scopre chi è, piano piano, e a sua volta si capisce che è un elfo segnato dalla vita – sì, ha un passato triste, ma non vuole essere compatito, altro punto a favore – che lo ha reso così com'è, ma che è capace di fare del bene.
Ha comunque degli scrupoli e non ama far del male agli innocenti, cosa che non ci si aspetta da un assassino prezzolato e pragmatico e mi piace anche per questo.
La cosa bella di Zevran e della romance col suo personaggio è che nasce dapprima come una questione puramente fisica e poi si sviluppa diventando più profonda (se lo si vuole).
Questo a mio avviso rispecchia molto la realtà quotidiana: quando c'è attrazione tra due persone e si desidera esplorare il contatto fisico, ebbene, che lo si faccia. Non si deve reprimere l'attrazione. Una relazione ha anche una componente sessuale che è un buon discriminante della vita di coppia ovvero se si è complici a letto e se si vive una buona sessualità allora è molto più probabile che si è uniti maggiormente nella vita di tutti i giorni.
E unendo tutti gli aspetti – intellettuale, fisico, e chi più ne ha ne metta – col tempo si possono gettare le basi per qualcosa di più solido.
Almeno questo è il mio parere e tale resta.
Zevran quindi unisce sensualità, una certa dose di realismo (io, per quanto sia molto piantata coi piedi per terra, resto pur sempre una sognatrice, mi compensa in tal senso) e una bella persona che trova uno scopo nella vita se si è comunque disposti a conoscerlo e ad averci a che fare.

Iron Bull.

Per lui sto scrivendo un post speciale (?) in cui non tratterò tante cose che fino a questo momento ho sì detto, ma non esplicitamente e conto di voler rimediare a quella che io definisco una grave mancanza.
Siamo questa volta in Dragon Age Inquisition e questo personaggio è davvero tanta, tantissima roba.
Fondamentalmente a me non piacciono le persone muscolose e imponenti, ma lui è una delle poche eccezioni. Ammetto che lui mi fa sangue fisicamente ed è stranissimo data la mia personalità perché per me l'attrazione fisica passa prima per il cervello, ma con lui non è così.
Il suo aspetto inquietante e la sua bestialità sul campo di battaglia sono l'apparenza di una creatura (e sì, non è umano) che, se conosciuto meglio, rivela che bella persona essa sia.
Certo, ha difetti, ma chi non ne ha? È molto umano da questo punto di vista e ciò lo rende un bel personaggio.
Una cosa che io amo di lui è il rapporto coi suoi sottoposti della sua compagnia di mercenari chiamati Le Furie Taurine: per loro è sì un capo, ma è anche un compare, un compagno di bevute e un amico dato che si preoccupa per loro. Forse alle volte è una chioccia, ma i membri della squadra non hanno più legami e rapporti con i loro cari e lui sembra proprio intenzionato a tenere salda quella che io vedo come una bella famiglia. Una famiglia con cui farei volentieri il pranzo di Natale, mi divertirei con loro.
Non è una cosa scontata secondo me, non lo è mai, anche nel mio quotidiano.
Con le Furie sa essere sia di polso sia comprensivo all'occorrenza e questo denota la sua umanità; mi piace che non fa mai distinzioni di razze e che accetta il passato dei suoi senza problemi.
Il rapporto che ha con Krem, che vedo molto come un bellissimo rapporto fraterno – fratelli non di sangue, ma di persone che si sono scelte – me lo fa amare ancora di più.
La romance con lui sviluppa come quella di Zevran sostanzialmente e quello che ho detto per lui vale anche per Bull.
Il suo essere anche come Jay, che fa battutacce oscene e che non va tanto per il sottile quando si tratta di dire cose anche legate al sesso – non è un tabù, ricordiamolo bene – gli conferisce anche quella natura che secondo me può sostenere anche le mie battutacce legate al sesso.
Quando io parlo di sesso con qualcuno lo reputo come la prova del nove: se mi si permette di parlarne liberamente senza giudicarmi, allora si può pensare di essere amici, perché si accetterebbe un lato di me che non voglio nascondere. Se ciò non accade... insomma, si capisce dove manderei qualcuno.

Questi erano i miei dieci personaggi maschili preferiti. La prossima volta parlerò invece delle mie donne amate.
Poi ci saranno le mie OTP e BROTP.

E i vostri personaggi maschili preferiti quali sono?

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