mercoledì 30 dicembre 2015

Fenice scatenata #02

*Attenzione: contiene linguaggio a tratti scurrile*

Alla gogna, alla gogna! 
Opinioni impopolari che ti mandano direttamente sulla forca.


Ho deciso di tenere anche il sottotitolo (come sempre un grande grazie va a Feudalesimo e Libertà e nella fattispecie all'inno cantato dai Nanowar Of Steel), perché lo trovo molto incisivo e mi permette di canticchiare il passo “alla gogna, alla gogna!”.

Siamo alla fine di quest'anno solare ed è tempo di considerazioni, pensieri, riflessioni e chi più ne ha ne metta.
Ho scelto di non fare buoni propositi per il prossimo anno per il semplice motivo che so già cosa voglio dalla mia vita e la mia priorità è e resto io.
Non mi permetto affatto di essere o diventare egocentrica o egoista, si tratta solo di aver ritrovato me stessa, di star bene e di essere molto motivata per raggiungere i miei sogni che prima non riuscivo più a vedere.

Questo è il motivo per cui questo secondo post della rubrica non sarà su un tema particolare, ma al contrario dei buoni propositi che non ho fatto, sarà sulle cose che più mi hanno urtato nel 2015, sia rivolti alla mia persona sia in generale.
Vorrei dirne solo dieci, e spero di riuscire a restare nel limite perché quando si tratta di parlare divento logorroica, quando si tratta di scrivere sono prolissa e se si tratta di cose che mi sono state sul cazzo allora divento un fiume in piena.

L'ordine non è di intensità, ma solo di come mi sono venute in mente.

Vetriolo puro

#01 Odio le persone che pensano di conoscermi soltanto da quello che scrivo (su qualsiasi piattaforma).

Ammetto di essere una persona molto lineare, da intendere che come sono sui social lo sono sulla realtà. Per esempio, se su Facebook “faccio la testa tanto” contro le bufale delle campagne anti-vaccinazioni, state pur sicuri che lo faccio davvero anche nella vita di tutti i giorni. Se le mie prese di posizione sono salde e le difendo col mio carattere volitivo, si nota sia di persona sia quando scrivo qualcosa su Facebook.
Una parte di me si trova anche in quello che scrivo a livello di narrazione e non l'ho mai nascosto, ma questa è già una cosa più complessa perché soltanto io so per davvero quanto c'è di me in un racconto e dove risiede; persino i miei amici più cari non riuscirebbero a trovare tutti i punti, per quanto voglia loro bene e per quanto mi conoscano.

Quello che invece a me urta è aver avuto a che fare con persone che si sono basate solo su quello che ho detto sui social per aver supposto qualcosa sulla mia vita, sul mio carattere e su tante altre cose.

Il fatto che io lasci emergere una parte di me in uno scritto o in un post non è condizione necessaria e sufficiente per far sì che si possa affermare che mi si conosca bene; la conoscenza è molto blanda. Se poi si inizia a interagire, ci si incontra di persona e si instaura un'amicizia allora sì che si può dire che mi si sta iniziando a conoscere e viceversa riguardo me per rapporto all'altra persona.
Alle volte non basta nemmeno conoscere una persona dal vivo per dire di conoscerla davvero, occorre tempo e anche se questo passa si continua a imparare dell'altro (o magari a restarne delusi, cosa che mi è capitato spesso).

Mi è stato detto che sono snob perché non do confidenza: sono una persona riservata per ciò che concerne la mia vita privata e se aggiungo qualcuno sui social inizialmente sto sulle mie perché non so nulla dell'altra persona e mi riservo di interagirci per iniziare ad averci a che fare.
Una conoscenza – e magari un'amicizia – non la nego a nessuno.
Vedermi all'inizio un poco distaccata è normale; se mi si parla con rispetto e si chiacchiera di cose leggere o impegnate senza mai prevaricare io divento ben disposta verso l'altro e penso sia logico.
Se aggiungo Tizio e subito, dopo appena tre secondi, Tizio mi scrive in chat un “ciao cara” (la virgola del vocativo e la maiuscola li abbiamo lasciati a casa) io mi inalbero.
No, ma chi cazzo ti conosce? Ti ho appena aggiunto e già parti in quarta a scrivermi in privato?
Sì, io sono una di quelle persone che teme di disturbare in chat – che trovo più personale e “intima” rispetto alla chiacchierata su un post – persino le persone con cui chiacchiero da tanto, ma ci sono proprio delle facce di culo che non si fanno scrupolo a contattarmi immediatamente, invadendo il mio spazio virtuale di sicurezza.
Da qui il mio snobismo, letto poi come l'essere “una figa di legno” perché non ci sono stata. Molto spesso erano tizi che ci provavano.

Mi è stato detto di essere la donna giusta solo dopo aver letto per alcuni giorni cosa dicessi su faccialibro: in virtù di quello che ho detto sopra, basta così poco per far sì che si possa pensare una cosa del genere? Ma soprattutto vi aspettate che io ci creda?
"Io e te siamo così simili"... no, ma hai bevuto?
Il soggetto che lo ha pensato purtroppo vive nella città in cui io studio e sentirmi dire in un messaggio in chat una volta che ero davanti a lui nella piazza in centro mi ha raggelata.
Il mio non negare una conoscenza a nessuno a quanto pare è controproducente. Dovrei iniziare a essere una snob davvero anche se non so come si fa?

Mi è stato detto di essere un'estremista femminista: sinceramente questa cosa non dovrei nemmeno considerarla se penso che la persona in questione probabilmente pensa che il femminismo sia il maschilismo del sesso opposto – questo NON è femminismo, sia chiaro – però la cosa mi ha dato molto fastidio perché questa persona ha professato di essermi amica, mi conosce anche di persona e non ha capito proprio quella che per me è la cosa più elementare della sottoscritta, una di quelle cose che si può comprendere anche – e non solo – da come ne parlo in un social. Come vedete, è la riprova del fatto che non basta nemmeno conoscermi dal vivo se poi si dicono minchiate del genere.
Detesto tutti gli estremismi e il mio essere femminista predica (e razzola dato il mio comportamento) la parità e l'uguaglianza concreta ed effettiva di tutte le persone, perché siamo persone, punto.
Chiamarmi in causa su un post dove una ragazza (giustamente) diceva che la violenza di genere esiste anche sugli uomini per chiedermi la mia opinione al riguardo quando l'ho sempre espressa, non avendo mai negato l'esistenza di quest'altro triste fenomeno (l'ho citato anche qui, a scanso di equivoci e come "prova") significa non avermi mai ascoltata, non avermi mai presa sul serio e soprattutto non aver mai capito assolutamente nulla di me, perché altrimenti non mi spiego la dicitura di estremista rivolta a me.
Se io mi infiammo parlando di argomenti che mi stanno molto a cuore è perché io credo in quello che dico e sono convinta che si possa davvero fare qualcosa perché la situazione cambi e migliori; i vari -ismi non mi appartengono, e sono anche sintomo di una mentalità radicata che resta fissa su pregiudizi e che non si avvale del dialogo e del confronto. 
Esattamente come tutti gli ignoranti.

#02 Odio lo sfoggio di cultura non richiesto e sterile.

Alle volte mi è capitato di vedere che si è cercato di fare tanto i dotti e i colti con la sottoscritta. La differenza tra cultura e nozionismo utilizzato solo per far vedere quanto si è "intelligenti" è abissale. Nel secondo caso (che è quello a cui io faccio riferimento), chissà perché, tutte (e dico tutte) le persone che hanno interagito con me hanno pensato che io non sapessi questo o quello e quindi usassero non soltanto parole semplici, ma facevano anche spiegoni di quello che supponevano io non sapessi.
Capita anche che venga vista semplicemente come una bella presenza, che è un modo meschino oltre che sessista per definire una donna per il loro aspetto fisico che pare l'unico biglietto da visita e ciò che hanno da offrire. Io non mi credo una diva di Hollywood, ma, ora che ho 24 anni, mi piaccio, finalmente sto riuscendo a trovarmi bella e la mia autostima (che prima era proprio meno infinito) adesso è nel quadrante dei numeri positivi, perché riesco a valorizzarmi e a sentirmi bene persino col mio corpo, sebbene ci siano dei giorni in cui mi guardo allo specchio e dico "madò, oggi proprio sono orrenda", ma credo che succeda a tutti.
Fatto sta che, quando replico all'altra persona dando a intendere che quello che aveva spiegato prima (e nessuno glielo aveva chiesto) adducendo di mio altre informazioni o chissà che altro, ecco che le persone dapprima sono imbarazzate e poi scappano via, non volendo più avere a che fare con me.
Lascio esprimere a Emilio Fede quello che voglio dire.
Quando non so qualcosa, mi permetto di chiedere, perché non sento la necessità di far finta di sapere tutto; essendo assetata di conoscenza trovo una grande cretinata il fingere cose che non so, anzi, sono sempre ben disposta e interessata nel conoscere. Quindi non c'è proprio bisogno che la gggente inizi a gggenteggiare con me.
Dirmi, per esempio in un post: "Sto leggendo Il conte di Montecristo, di Dumas" per me è una bella presa per il culo alla mia intelligenza, perché si dà per scontato che io non sappia di chi sia. Se non lo sapessi chiederei. Se per esempio chiedessi "Mi consigliereste qualcosa da leggere?", allora sì che in questo caso si dovrebbe dire titolo e autore perché il contesto è diverso.
Per dire, sempre per dire.
O anche: "David Kepesh compare in due romanzi di Roth" fa uscire la bestia che è in me: "Veramente i libri sono tre: Il seno, Il professore di Desiderio e L'animale morente". Va a finire che la stronza snob che si mette in mostra sono io, ma se dovete fare i sapientoni assicuratevi che il vostro interlocutore non sappia davvero nulla. O che non sia io.
Fare i "saputi" con me su Roth. Folli.

#03 Odio la gente che inventa cose per essere compatita.

Cercare di compatire le persone per ricevere affetto, per sentire la gente a te vicina e solidale avvalendosi della menzogna è orribile, davvero deprecabile.
Conosco (purtroppo) persone che inventano di avere questa e quella malattia, di lamentarsene in continuazione, inventando sfoghi assurdi per sentirsi dire "poverina", "mi dispiace", "ti sono vicina", "non ti abbattere" e via discorrendo.
Se potessi io le abbatterei con un machete, e non sto scherzando.
Perché fa figo avere questo e quello, è bello dire che si subisce bullismo, perché senza una disgrazia personale non sei nessuno e soprattutto nessuno ti caca, specie nel mondo mediatico.
Altrimenti poi la D'Urso non fa quei piantucci col labbro tremulo (citazione necessaria) dinanzi le vostre macchinate disgrazie, e nemmeno il popolino che vi crede.
Far leva sull'empatia della gente, sul buon cuore e sulla solidarietà (perché non tutte le persone sono delle colossali merde) per avere i quindici minuti di fama è da terapia trattore: schiacchiarvi di netto.
Io per prima ammetto di aver subito bullismo a scuola, fino alla fine del liceo e violenza psicologica dai miei ex, ma non l'ho mai detto per farmi compatire, mai.
Sono una persona molto orgogliosa e quel tipo di compassione non la desidero, perché non mi aiuterebbe a star meglio, tutt'altro.
Ne parlo, all'occorenza, quando sento che la mia testimonianza, cosa ho fatto e come ne sono uscita, reagendo, possa essere d'aiuto a chi effettivamente sta vivendo la stessa cosa.
Non sono una psicologa, per carità, lungi da me darmi titoli che non ho, ma sfogarsi con ci è passato può essere il primo passo per uscirne, per chiedere aiuto, e se posso essere io a darlo, faccio la mia parte, con tutto il cuore.
Fare la commediola per inscenare la tragedia è da stronzi, e un'offesa per chi ci è passato davvero o lo sta vivendo ora.

#04 Odio gli ex che ritornano.

Non ho molto da dire su questo, sarò breve.
Mi avete fatto cornuta, avete scelto qualcuno che non sono io, preferendola a me, mi avete offesa, trattata come un oggetto, denigrata e umiliata, oltre a farmi complessare (più di quanto non lo fossi già) sul mio aspetto e sul mio corpo.
Mi avete detto e fatto capire che io non andavo bene per questo e quello, lasciandomi poi sola.
Col tempo mi sono ripresa, sono stata meglio, ho preso coscienza del mio valore, di quanto avessi sbagliato nel lasciare che le vostre parole mi ferissero a tal punto e quando ho iniziato davvero a essere soddisfatta di me, cosa fate? Tornate?
Ma non era il grande amore, quello a cui avete persino regalato l'anello di "fidanzamento ufficiale"?
Io non sono stata solo "l'intermezzo", il giocattolo?
Siete durati assai, complimenti, meritate 92 minuti di applausi.
Adesso lo vedete il mio dito? Vi indica le varie e infinite strade per andarvene a fanculo.
Lasciatemi in pace, merito di essere felice.
E lo sono senza di voi, adesso che mi sono liberata di voi.

#05 Odio le persone che giustificano in modo stupido le loro mancanze.

Facciamo degli esempi concreti.
Dialogo davvero accaduto.

"Se dovrei" --> lo sentite il rumore di unghie sulla lavagna, vero? --> "Se dovessi" (correggo io) --> "Vabbe', ma io studio medicina, mica mi serve l'italiano".
No, ma fammi capire, tu come hai fatto la parte di logica e di cultura generale al test?
Come sei arrivato alla maturità delle scuole superiori?
Ma io devo condividere davvero il mio futuro titolo di studio, persona che chiami "autisti" gli affetti da autismo?
Si dice autistici.
Facciamo lo spelling: A, U, T, I, S, T, I, C, I.
Questo è il plurale, sai cosa vuol dire? Che sono più di un affetto; per uno si usa il singolare, autistico.
Il mio studiare medicina non mi impedisce di approfondire altri ambiti di conoscenza; l'ignoranza non è una scusa.

"Mi attrai, vorrei andare a letto con te" --> "Sei fidanzato, io non sarò mai la terza persona" (essendo stata tradita non succederà mai che io volontariamente scelga di essere la terza persona con cui si tradisce un/a povero/a ignaro/a) --> "Ma lei non mi ama, mi fa stare male, non c'è feeling, mi manca un contatto profondo..." --> "Intanto ci stai assieme, qualcosa ti avrà pure colpito. Stai con lei, o mollala" --> "Quindi io non ti piaccio?"
Non hai capito proprio niente.
Mi sarai anche piaciuto, ci provavi con me e intanto ti sei messo con questa ragazza e io lo scopro grazie ai social. Non mi dici nulla e poi lo dici così una volta en passant, come se per me non significasse nulla.
No, per me è importante. Io non sono l'oggetto di nessuno, il sesso occasionale non fa per me, ti è chiaro il concetto? E chi tradisce mi fa schifo. Tu mi fai schifo; non ti manca un contatto profondo, ti manca un'anima.
Vai a fanculo, lontano da me.

#06 Odio la gente a cui "Internet ha dato il diritto di parola".

Questi sono gli individui che, per esempio, pensano che il vaccino provochi l'autismo (tanto per restare in tema) ed è stata ampiamente smentita la macchinazione di Wakefield, che l'immunità di gregge non esiste,  che ci sono le scie chimiche, che l'omeopatia curi (anche questa è una bufala ormai smontata dalla scienza), che la gente discendano dai rettili, e tutte quelle teorie del complotto che non hanno una solida base scientifica, empirica e dimostrabile.
Questi sono degli emeriti coglioni che avendo una tastiera e una connessione Internet si sentono di dire cose campate in aria, mandando anche all'aria una delle capacità che il Web possiede: informare.
Informarsi non vuol dire credere a tutto quello che si dice e prenderlo per oro colato, ma iniziare a contestualizzare criticamente le informazioni che si hanno.
Avere senso critico vuol dire dubitare di quello che si legge (vede, o quel che è), e cercare di trovare fonti affidabili, le cui parole sono dimostrate da esperimenti, fatti concreti, riportati su vasta scala e non letti da un sito che dice "me lo ha detto mio cugggino".
NO.
Essere critici vuol dire mettersi in gioco in prima persona per cercare di discernere il vero dal falso, l'oggettivo dal soggettivo, le cose serie dalla fuffa.

#07 Odio la gente del punto sei a cui poi quando smonti le teorie e la smerdi per le cazzate dette dicono solo "sì, hai ragione tu".

Come si dice dalle mie parti "la ragione si dà ai fessi", da intendere logicamente una ragione data così, semplicemente perché non si vuole discutere laddove si ha torto marcio.
Il non voler cercare un confronto quando l'altra parte ci ha provato con educazione, garbo e correttezza, è sinonimo non solo di chiusura mentale, ma di ignoranza.
Solo gli ignoranti e gli stupidi restano fermi sulle loro convinzioni che posso cambiare quando si ha uno scambio e vengono date prove avvaloranti la tesi corretta.
La scusa del "non mi va di litigare quindi ti do ragione" è uno dei motivi per cui tante persone non si informano e abboccano a ogni cretinata appioppata, perché è la pigrizia che fa parlare oltre a essere come il padre di Matilda che dice "Io sono intelligente, tu sei scema; io ho ragione e tu hai torto".
Non accettare un incontro che può essere anche uno scontro, ma costruttivo, è la ragione per cui, per fare un esempio, ci sono tante pecore (Sgarbi direbbe capre, ma sempre lì stiamo) ignoranti che vanno dietro a un Tizio che viene venerato, osannato, lodato ed eretto a grande luminare. Un gregge che segue e basta, senza mettere il moto il proprio cervello.
Andrebbe bene che scrivessero un libro con su scritto "oggi ho cacato" e lo si definirebbe capolavoro.
Questo è il vero motivo grazie al quale il mondo va male. Non si ragiona con la propria testa e se lo si fa molto spesso si è plasmati da persone che vogliono farvi credere cose improponibili e ci riescono, perché fanno leva su coscienze poco critiche.

#08 Odio le persone che per sentirsi migliori, realizzate, soddisfatte, devono per forza calpestare gli altri, perché quello che fanno loro è sempre migliore.

Riporto cose che ho sentito o letto.

"Gli altri in discoteca e io sto a casa a leggere" --> perché, chi va in discoteca è necessariamente una persona stupida, superficiale, ignorante, cretina e tutto quello che vogliamo?

"Io sarò ancora vergine, ma ho tanti sogni da realizzare" --> perché, una donna che ha già avuto rapporti, ha partner occasionali e via dicendo, non può avere sogni, aspirazioni, progetti di realizzazione personali?

Bisogna smetterla di denigrare i modelli di comportamento altrui al fine di innalzarsi su un piedistallo di ghiaccio che al minimo accenno di calore vi fa scivolare cadendo a faccia a terra e frantumandovi il naso.
Avete scassato, sul serio.
Bisogna farsi i cazzi propri, detto in maniera molto chiara ed esplicita. Vivete la vostra vita senza guardare a quella degli altri con disprezzo, perché gli altri non vi scassano, e quelli che fate schifo siete voi.
Sarò atea, ma ricordo che nei Vangeli è scritto "e tu perché stai a guardare la pagliuzza che è nell'occhio di un tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?". Ritengo che sia proprio quello che volevo affermare io in modo più elegante.

#09 Odio la gente che non sa scrivere e parlare.

Lo ammetto, amo le parole e sto molto attenta sia quando scrivo sia quando parlo. Non è infrequente che corregga la gente e non posso farci nulla. Sono molto precisa, puntigliosa e scassapalle, ma sono contenta che questo mio modo di fare mi permette costantemente di migliorare in quella che è la mia passione, la scrittura.
Sicuramente non vado a correggere una vecchietta che parla nel mio dialetto che usa il congiuntivo per il condizionale (che non esiste): rabbrividisco, ma so che non è colpa sua, e cerco di essere quanto più possibile chiara e semplice (usando un dialetto pressoché inventato, ma ci provo).
Correggo invece chi è giovane e può migliorare; se sono brusca è perché ho notato che così il mio messaggio arriva. Il tono dolce non è contemplato, dato che quando mi rivolgo in modo pacato pare che non venga presa sul serio.
Allora lo vedete che devo proprio far emergere la Fenice! Lo volete voi, dico tra me e me.
Ci tengo, e odio vedere la mia lingua letteralmente uccisa, non ce la faccio, mi piange il cuore.
Si può sempre migliorare, piano piano, se si ha la voglia di imparare, non nascondetevi mai dietro scuse assurde.
E mi metto a cristare quando uno ci sta a provare e mi scrive "mi piacerebbe che tu parleresti un pò con me".
MA ANCHE NO.

#10 Odio le persone che vogliono "convertirmi" a questo e quello.

Sia esso un credo religioso, sia esso uno stile alimentare, sia essa una ship, o leggere un dato libro o guardare quella serie: mai costringermi a fare qualcosa.
Per le prime due cose, io rispetto chi fa scelte diverse dalle mie seppur non le condivida e ho amici credenti e amici vegetariani con cui parlo civilmente e sono loro molto affezionata, riusciamo a parlare di tutto e non ci scanniamo mai. Perché sono intelligenti e sanno che la chiave di tutto è il rispetto reciproco.
Se mi si inizia a offendere... e così hai scelto morte.
Per le cose più blande, basta invitarmi, ovvero "Barbara, ti consiglio di leggere X di Vattelapesca Franceschino". Io me lo segno, vedo se può interessarmi e poi provvedo sul da farsi.
Ma mai dirmi "e dai, leggilo", "e dai, vedilo", "e dai, fai così".
Questa è una cosa che non tollero.

Sono davvero arrivata a dieci?
A quanto pare sì.
Vi ringrazio per aver sopportato lo sproloquio, e per avermi supportata sinora.
Questo sarà l'ultimo post dell'anno, ma ovviamente ci vediamo e leggiamo nel 2016.

Vi faccio tanti cari auguri, vi auguro di divertirvi e stare bene, oltre che vi possa sorridere un futuro migliore.

Vostra Barbara.



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