venerdì 21 agosto 2015

Di come io non vada mai d'accordo coi titoli.

Sembrerebbe un post che tende al nonsense, ma non è così.

Non riesco mai a trovare un titolo adatto a qualsiasi cosa; mi capita spessissimo quando scrivo (prima che diciate qualunque cosa anticipo io: no, non ho ancora dato in pasto all'editoria qualcosa; no, non sono una frustrata che scrive quattro chiacchiere e pensa di aver scritto il capolavoro del secolo; no, non sono nemmeno una persona che pensa che tutto ciò che scrivono gli altri sia merda; , sono una sognatrice che vuole diventare anche scrittrice; , so bene che si impara sempre e che non si arriva nemmeno quando pensi di aver iniziato la strada in discesa; , credo di avere qualcosa da dire per mezzo delle mie parole, e sta solo a me darmi da fare per riuscirci nel modo migliore possibile).

Mi capita anche quando devo scrivere un post per il blog o trovare un titolo per una nuova rubrica.
In questo caso è per l'ultima cosa che ho detto: ho in mente una nuova rubrica.

Tratterà delle mie unpopular opinions, quelle opinioni che, come dice la parole stessa, non trova molto riscontro tra la gente, con la conseguenza di vedere che ti si scagliano anatemi del tipo "non capisci un cazzo", "sei solo piena di pregiudizi", "dici che non ti piace quella cosa solo perché ora è famosa e quindi fa figo odiarla".

Come quando ho detto che spesso non amo il film X, ma mi piace il film Y (che magari non si incula nessuno o quasi) mentre il primo è apprezzato da un pubblico anche molto vasto: non è colpa mia.
Ci sono cose che riescono a smuovere il mio animo e altre che come mi ci approccio così mi scivolano addosso.

La differenza, però, sussiste nel fatto che io tendo a motivare molto bene al di là del mio gusto personale (lo preciso ulteriormente) perché e percome a me proprio certe cose non lasciano niente o come altre invece lo fanno e restano nel mio animo.

E quindi mi sto mettendo a cercare un titolo adeguato, perché se usassi come titolo Unpopular Opinion ecco che vincerei facile, nel senso che probabilmente un lettore casuale si sentirebbe subito attratto da un titolo del genere e non ho la certezza del fatto che, leggendo quelle due parole, non possa essere privo dei suoi pregiudizi rispetto a quello che ho da dire io, alimentando (forse anche senza leggere) un flame stupido che io non desidero affatto.

Se scelgo di essere me stessa e dire quello che penso, come io non offendo mai nessuno, esigo e pretendo che si faccia altrettanto con me e con le mie opinioni.

Finora non è mai accaduto, a parte rarissimi casi, forse perché le mie idee sono abbastanza forti e spesso discordanti con la maggioranza delle persone, ma confido sempre che si possa avere un colloquio civile.

Mi sa che il brutto vizio di odiare il singolo e amare l'umanità confidando nell'intelligenza di chi non conosco non me lo sono ancora levato.

Spero, anche in questo caso, che si possa parlare tranquillamente e che un dialogo ci sia.

Ma se continuo a cantare e suonare da sola non credo.

Spero di trovare un titolo nelle mie corde, e si accettano idee.

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