Contiene spoiler sia nella trama sia nel commento.
Ho
visto questo film circa una settimana dopo che lo diedero al cinema –
il mercoledì c'è la riduzione al multisala e per una che sta
attenta alle spese perché non caco soldi come Tywin Lannister,
diciamo così, if you know what I mean – ed ero molto
curiosa di vedere questo film di Sorrentino.
So
benissimo che le persone, parlando de La grande bellezza, si
dividono in quelle che lo hanno apprezzato, quelle a cui è rimasto
indifferente, quelle che hanno detto che non ci hanno capito una
mazza (tipo mio padre, non esco molto lontano dalla mia realtà) e
quindi lo ritengono stupido e quelle che dicono che “è una cacata
pazzesca”.
È
così per qualsiasi cosa, quindi non bisogna stupirsene.
Quello
che dirò sono le mie impressioni, rielaborate e ragionate dopo che,
appena uscita dal cinema e tornata a casa, ho iniziato a mettere su
carta quello che avevo provato e che il film mi aveva suscitato.
Ho
cercato di stemperare ciò che ho scritto a mano e che a caldo avevo
da dire; già battendo tutto al computer “alla prima stesura” mi
ero resa conto che dovevo sistemare un po' il tutto. Quando scrivo di
getto – e di notte – quello che scrivo ha senso solo per me, ma
temevo di dimenticarmene se avessi rimandato.
Ripeto
che non sono una critica di cinema, ma solo un'appassionata che
desidera fare due chiacchiere al riguardo.
Come
ho scritto in grassetto vi sono spoiler;
so bene che molti non li gradiscono e di solito cerco di non farne
nemmeno quando parlo di libri o serie TV – quella anormale che se
li cerca forse sono io – però questa volta lo trovo necessario.
Sono
molte le cose che ho da dire come gli interrogativi che il film mi ha
lasciato, ma per parlarne devo necessariamente descrivere la scena o
dire un particolare avvenimento che può essere o è spoiler.
Se
non avete visto il film e non amate gli spoiler, potreste rimandare
la lettura a film visto.
Se
avete visto il film o, come me, non vi danno fastidio gli spoiler,
siete i benvenuti tra le prossime righe.
Saranno
parecchie righe, vi avviso. Sentitevi liberi di chiudere la pagina
quando volete se vi annoiate.
Trama.
La
vicenda si incentra su alcuni personaggi e i rapporti che tra essi
intercorrono.
Fred
Ballinger (Michael Caine) è un anziano direttore d'orchestra in vacanza in un
albergo sulle Alpi svizzere con la figlia Lena (Rachel Weisz) e l'amico Mick Boyle (Harvey Keitel),
vecchio regista ancora attivo nella sua professione.
Fred
e Mick si ritrovano a osservare le vite degli ospiti dell'albergo e
dei loro figli, curiosando e riflettendo sulle loro esistenze e su
tante altre cose.
Le
loro vite e i loro caratteri non potrebbero essere più diversi.
Mick
sta girando il suo ultimo film in collaborazione con un gruppo di
giovani sceneggiatori, che definisce il suo testamento artistico,
ma si trova in difficoltà nella realizzazione del finale.
Fred
invece ha smesso di dirigere, sebbene gli giunga una richiesta. Un
emissario della regina Elisabetta arriva da Londra per chiedergli di
dirigere un concerto di alcune sue opere intitolate Canzoni
semplici.
Egli
rifiuta in modo deciso, confessando in un secondo
colloquio di aver composto quelle melodie esclusivamente perché
fossero intonate dalla moglie Melanie, che ora non può più cantare,
ragion per cui – per lui – questo concerto non s'ha da fare.
Di
per contro Lena rinfaccia al padre di non pensare più alla moglie, a
cui non porta più nemmeno un fiore, come se non gliene fosse mai
importato.
Intanto
la giovane scopre e vive il tradimento di suo marito – figlio di
Mick – che è fuggito con la popstar Paloma Faith.
Fred
conosce Jimmy Tree (Paul Dano), giovane e famoso attore hollywoodiano, in
“vacanza” per cercare la sua vena artistica per un nuovo ruolo da
interpretare, cosa che gli risulta difficoltosa a causa della
frustrazione derivatagli dall'essere ricordato dai fan solo per un
ruolo in una serie fantascientifica e non per ruoli più complessi in
film impegnati girati con registi importanti.
Giunge
anche all'albergo Miss Universo (Madalina Diana Ghenea), che avrà una breve discussione con
Jimmy, ma non priva di significato e di incisività.
I
due vecchi amici affrontano la loro vita in modo molto diversa, Fred
con rimpianto e apatia e Mick con gioia di fare e di vivere.
Arriva
Brenda Morel (Jane Fonda), una diva con cui Mick aveva collaborato più volte, che
gli dice di non voler figurare nel suo testamento scegliendo
di recitare per una serie TV lautamente remunerata.
Le
parole di Brenda scuotono Mick nel profondo, e il suo entusiasmo
progressivamente si spegne al punto di gettarsi dal balcone della sua
stanza suicidandosi.
Lascia
però a Fred un messaggio ovvero quello di vivere e non sopravvivere.
Da
qui accade qualcosa nell'animo del vecchio direttore d'orchestra.
Per
prima cosa si reca a Venezia a portare un fiore alla moglie
ricoverata in una clinica in stato catatonico.
Alla
fine accetta di recarsi a Londra per eseguire nuovamente le sue
melodie e lasciandole cantare al soprano Sumi Jo.
Appare
come un segno di voler riprendere in mano la propria vita e di voler
ricercare la giovinezza, in ogni senso interpretabile.
Lena
incontra un giovane scalatore che riesce a farle superare l'abbandono
del marito, mentre Jimmy riesce, grazie alle parole di una
giovanissima fan, a superare il blocco che quel personaggio sempre
noto gli aveva lasciato e inizia a recitare nei panni di un nuovo
protagonista.
Questi sono i miei sconclusionati pareri su ciò che ho visto. Mi ha trasmesso emozioni, così come mi ha lasciato tanti interrogativi a cui desidero e a cui probabilmente (se si tratta di quelli riguardo al film) non troverò risposta. Io mi sono molto emozionata, e ho sentito in me il messaggio di non restare ancorati al passato perché già andato via, quindi non può renderci liberi. Il presente può farlo, ma è nel futuro che risiede la speranza di essere liberi e felici, per quanto essere possa esser breve.
Sicuramente ci sarebbe molto altro da dire ma in primis credo di aver parlato troppo e secondariamente mi piacerebbe rivederlo, perché sono del parere che potrebbe lasciarmi qualcosa in più.
Piccola
premessa: faccio parte di quella categoria di persone che quando
guardano un film, vedendo una data scena, la commentano lì per lì a
voce alta. Ovviamente quando sono al cinema sto zitta per rispetto
delle altre persone e al massimo borbotto o farfuglio qualcosa senza
farmi sentire.
Se
ho da dire una cosa a caldo, nell'immediato, devo dirla (e poi me la
annoto se ho carta e penna subito a portata di mano o dopo la
visione).
Non
sono una di quelle persone che vede un film in religioso silenzio e
che scaglia un anatema urlando al sacrilegio se qualcun altro non
agisce come me; sono una persona molto schietta e vivo l'arte anche
in modo viscerale, non rompendo tuttavia i coglioni e giudicando il
modo di fare altrui.
È
una cosa che faccio anche durante la lettura, perché quando mi
dedico a una delle mie passioni, mi sento coinvolta in modo
totalizzante e se stessi zitta vuol dire che un qualcosa non mi
suscita nulla, nel bene o nel male.
Essendo
dotata di un cervello e di sensibilità non credo che questa cosa
accadrà mai.
Le
mie impressioni.
Tutto
quello che dirò da adesso in poi, a occhio e croce è in ordine
cronologico per rapporto alla trama. Se mi soffermo a parlare di un
personaggio possono esserci dei salti.
Partiamo
dall'inizio: vi è mai capitato di pensare “quest'opera già parte
male dalla prima scena – o pagina o nota o qualsiasi altra cosa –
e potrebbe essere anche peggio”?
A
me era successo in questo caso perché una canzone che conosco e che
adoro era proprio in posizione incipitaria.
You got the love
cantata da
una che non è Florence è
NO.
Ecco
qual è stato subito il mio pensiero. Per quanto possano piacermi le
cover – al punto di trovarne alcune più belle della canzone
originale – sentire una donna cantare un
brano che mi trasmette tantissime emozioni con una voce che non è
quella che mi fa rabbrividire mi ha lasciata molto fredda, al punto
da pensare una cosa del tipo:
iniziamo benissimo; andrà a finire verso l'ottimo?
Ovviamente
ero sarcastica.
Ho
avuto modo di ricredermi col tempo, ma se ci fosse stata Florence io
sarei andata in brodo di giuggiole e non avrei sentito il suono delle
unghie sulla lavagna nella mia testa. Lo avrei sinceramente
apprezzato, sul serio.
Per l'occasione il brano è stato interpretato dai The Retrosettes e ve lo allego.
Al di là di questa parentesi, le musiche scelte mi sono piaciute, si è unito il pop alla dance e alla lirica, il mix è particolare.
Le
scene all'inizio sono molto statiche, lente; domina un senso di
apatia unito all'angoscia di un qualcosa non molto definito, ma che
forse andando avanti nella visione si potrebbe scoprire, quindi una
piccola curiosità da parte mia era presente.
Questa
cadenza ricalca il modo di fare di Fred che pare non curarsi di ciò
che accade sia fuori sia dentro di lui; il tempo passa, ma lascia che
esso scorra, senza volerlo afferrare. Come lui è molto distante
verso le cose e le persone, ecco che le scene fanno lo stesso,
sembrano dirci: tutto vive, panta rei, ma a me non frega un corno,
lascia che sia, tanto a me non cambia nulla.
Ho
molto apprezzato, perché è come se noi fossimo entrati, come in una
lettura, nel punto di vista di uno dei personaggi, con tutto che
siamo solo all'inizio e ci sarà ancora tanto altro da svelare. Ma
l'impatto è forte, perché la passiva abulia è marcata ed ecco che,
se mi fossi trovata a leggere le pagine col punto di vista di Fred
avrei detto: mamma mia, che gioia di vivere che hai, caro mio.
È
molto bello quando anche un film lascia trasparire bene le emozioni.
Il
colore, specie quando si vedono inquadrature e scene ambientate in
mezzo alla natura, domina.
Mi
è rimasta molto impressa l'immagine delle fronde degli alberi in
primo piano mentre si staglia lentamente in alto a destra il verde
dell'erba e un fiume dall'acqua molto limpida. Era una piena luce
molto pregnante.
Lo
scenario nel complesso è malinconico e la storia ha una vena molto amara, in netta
contrapposizione all'autoironia.
L'albergo in cui è stato girato il film esiste davvero e vi fu ambientato anche uno dei libri più belli che abbia mai letto: si tratta de La montagna incantata di Thomas Mann.
Negli anni '80 fu pure girato un film (la cui durata è superiore alle cinque ore) da Geissendörfer. Youth guarda a questo film che ha molto da raccontare, così come il romanzo.
Alcuni rimandi per me palesi si trovano anche guardando 8½, film di Federico Fellini.
Mi
sono chiesta alcune cose a partire da quel giochetto fatto da Fred
con la carta della caramella la prima volta davanti all'emissario
della Regina. Si parlava di musica e dall'inquadratura sembrava che
si volesse cogliere (o forse sono stata io a vedere più lontana di
quanto avrei dovuto vedere) il fatto di poter far musica anche solo
con un oggetto all'apparenza piccolo e banale.
In
stile August Rush, mi vien da dire.
Effettivamente
si vede poi Fred che “dirige” – proprio come farebbe con
un'orchestra – la musica che sente dalle campane delle mucche e il
collegamento mi è venuto spontaneo.
Sarebbe
bello sapere se è un rimando voluto o meno, ma al contrario perché
August è un ragazzino e Fred un anziano, in un film il cui titolo è
La giovinezza.
Se
c'è dell'ironia in tutto ciò allora mi si strappa un ulteriore
sorriso.
La
seconda volta in cui Fred
prende questa carta rossa
della caramella è quando
osserva Maradona – non
è lui, è un attore chiamato Roly Serrano – che
firma autografi. Ecco di nuovo questo accartocciare e stendere la
carta della caramella producendo suoni. In questo caso appare più
come un tic o un gesto dettato dalla noia, null'altro.
Era
dunque noia anche quando c'era quel tizio inglese, noncurante di
quello che gli veniva detto?
Me
lo chiedo perché non so quale delle due interpretazioni sia la più
plausibile e questo mi affascina, perché adoro essere messa alla
prova.
Accade
molto spesso nel film domandarsi se un gesto o un'azione erano
puramente voluti o solo dettati dal caso.
Abbiamo
il tributo a Maradona (che Sorrentino aveva anche citato nel suo
discorso di premiazione la notte degli Oscar), ma non è un tributo
in senso classico, come ci si aspetterebbe. Non abbiamo un atleta
pronto e scattante, el pibe de oro nei suoi anni d'oro, ma un
uomo fisicamente appesantito che non ha più la sua forma fisica e al
contempo gravato nell'animo, ed è in declino.
Comico
ma al contempo triste, appare come l'ombra di un uomo dal glorioso
passato che si trascina a fatica nel ricordare ciò che è stato un
tempo mentre vive nella mediocrità del presente aggrappato alla
memoria dei suoi giorni migliori e tentando di ritrovare il perduto benessere psico-fisico .
Un
punto degno di nota verte sulla questione della moglie di Fred.
Per
tutto il film, almeno fin quasi alla fine, si pensa che fosse morta
per via di una serie di battute mirate allo scopo, quando poi scopri
che è viva, ma in uno stato catatonico e dunque ricoverata in una
clinica di Venezia.
Si
gioca di nuovo sul “ciò che appare non è ciò che è”,
un'ambiguità che ci inganna, sì, ma pesando e pensando per una
seconda volta alle parole delle battute che alludono alla signora
Ballinger come per esempio “Non vai mai a portare fiori alla
mamma”, “Se ci fosse stata mamma mi avrebbe capita” e così via
il pensiero che potrebbe
venirci è: ma non hanno mai detto che era morta in modo
esplicito.
Proprio
così, non l'hanno mai detto; eppure quanti di noi hanno pensato che
lo fosse per via delle parole e come sono state dette?
Il
peso delle parole e del tono è fondamentale. Io amo le parole, amo
come vengono scritte e come vengono dette e questa specie di inganno,
se ha fatto cadere almeno uno di noi, è riuscito.
Io
per prima proprio, appena ho visto la signora in quella clinica, di
spalle, ho sorriso tra me e me pensando: me l'ha fatta.
Quando
resto spiazzata sono lieta di ciò perché vuol dire che l'arte mi ha
coinvolta.
Nulla è ciò che
appare, insomma.
Sono
rimasta molto colpita da questa frase.
“Io racconto
storie, per poterlo fare devo credere a qualsiasi cosa”:
è la massima di Mick parlando del suo lavoro. Se
l'avessi trovata in un libro l'avrei già sottolineata e resa mia,
interiorizzandola, perché
può lasciare spazio a più considerazioni, a partire dal chiedersi
se è vero oppure no. Mi
piacerebbe poterne parlare in un post a parte.
Jimmy
(che nei modi e per via degli anelli alle dita, degli occhiali, della
camicia svasata e della sigaretta tra le labbra mi ha ricordato
Johnny Depp) vive l'incubo e la frustrazione di essere ricordato solo
per un unico ruolo cinematografico, un film non impegnato – da
blockbuster –, sebbene abbia recitato in altri film in parti più
complesse: mister Q lo perseguita.
La
sua insoddisfazione viene notata da Miss Universo, un simbolo in cui
può esser vista la giovinezza mista alla bellezza – corredata di
freschezza – e alla stupidità da stereotipo delle donne che
partecipano ai concorsi di bellezza.
Questo
lo si nota con Jimmy che la punzecchia visto che anche lei lo ha
riconosciuto per il ruolo di mister Q, personaggio che lei ama e che
lui ha finito per detestare.
Si
trova Miss Universo replicargli con tanto di parole di difficile
comprensione per dargli del frustrato.
Nulla
è ciò che appare, come era già successo in precedenza.
Ci
si aspetterebbe che un termine aulico – ma perfettamente corretto
nel contesto – da una ragazza che, per definizione, è una
svampita? No.
Si
vuole sottolineare che anche i giovani sono pieni di pregiudizi? A
mio dire accade molto spesso, ma non so se questo fosse un messaggio
che il film voleva far trapelare.
Si
vuole dire che l'intelligenza di una donna può essere presente anche
se la donna è bella, piacente? Questa è una cosa di cui sono
sicura, ma, come sopra, non ho la più pallida idea se anche questo
spunto di riflessione è voluto.
Quello
che so per certo è che la gimcana dei miei pensieri non era affatto
spenta durante la visione del film, è stato un continuo stimolo.
A
lei è piaciuto essere Miss Universo, a Jimmy non è piaciuto
essere quel personaggio visto che gli è rimasto addosso. Forse
perché per lei sarà solo il trampolino di lancio e non l'etichetta
che gli resterà, chissà.
Jimmy
non rispose più, il silenzio è stato eloquente, Miss Universo aveva
colto nel segno.
Accade
più in là un qualcosa di sconvolgente.
Una
bambina ospite dell'albergo, vista in alcune scene, dice a Jimmy che
lo ha apprezzato in un altro suo film dove interpretava un padre non
molto presente gli dice di aver capito, guardando il film, che tutti
hanno il dubbio di non sentirsi adeguati alla vita ed è per questo
che non si deve temerla. Questo scatena l'epifania di Jimmy,
che adesso può essere il nuovo personaggio che deve interpretare
senza pensare al passato.
Che
non si senta nemmeno lui all'altezza di qualcosa? Che tutte le
persone, bene o male, provino lo stesso?
Mi
sono immedesimata molto in Lena,
tradita dal marito.
La
ragione per Julian
cui inizia
una relazione (lo scopre
Mick) con Paloma Faith è
perché è brava a letto, ma pare
che sia scialba e
insignificante per quel che
riguarda il resto. Appare
proprio la classica svampita che
riesce persino a intrufolarsi nei suoi sogni, dandole il tormento.
L'incubo
di Lena sottolineava quanto fosse rozza e trash Paloma, ma lo si
notava già nella sua apparizione pronunciando le parole “sono la
donna per cui suo figlio ha perso la testa”. Il modo di fare e per
come è stato reso il personaggio non permette altro che parteggiare
per Lena e di sperare che la fortuna le sorrida più in avanti.
Sentir
dire “diciassette anni”, la differenza di età tra Julian e
Paloma, lì per lì, per un motivo del tutto personale, mi ha fatto
scappare una parolaccia.
Lena
chiede e si chiede in cosa sia migliore di lei e la sua tristezza è
palpabile.
Sono
parole che ho detto anche io non molto tempo fa, inutile negarlo e la
mia empatia si è fatta particolarmente sentire.
Rachel
Weisz è molto espressiva. Quando inizia a parlare a Fred del fatto
che pensava di più alla musica o che avesse dapprima è fredda,
crudele, adotta un tono monocorde nel parlare che poi si incrina,
prorompendo in un pianto e mostrando la fragilità di Lena. È una
scena che mi è piaciuta molto.
Lena è una figlia molto premurosa e si nota come ella desiderava cancellare, se non tutta almeno in parte, l'apatia di suo padre: appare una ragazza cresciuta anzitempo la cui maturità è già notevole, ma in quell'albergo e vivendo più a contatto col padre continua a crescere, in modo a mio dire positivo, perché graduale, rendendo il tutto molto verosimile.
Fred,
confessandosi, afferma che la musica incarna il suo concetto di
immediatezza più pura; è l'arte che avrebbe capito subito a
differenza delle persone, tipo sua figlia o sua moglie, come tutta la
gente.
In
queste parole e nell'interpretazione di Caine traspaiono bene i
ricordi della carriera, uniti al risentimento e al rimpianto di non
aver dedicato tutto se stesso alla famiglia e nel cercare di essere
un padre migliore. Fred vive nel passato e sembra non desiderare un futuro.
Si
riflette molto anche sul tema della leggerezza, definita come
“è sensazione irresistibile” parlando del film di fantascienza
di Jimmy e delle Canzoni semplici di Fred.
La
leggerezza attira, è probabilmente la ragione per cui l'arte “impegnata”
viene spesso snobbata e al cinema si preferisce la TV, come fa Brenda
– di cui parlerò proprio sotto – e come al contrario non ha mai
fatto Mick.
Una
fonte per me di stupore è stata Jane Fonda; non la sua presenza,
ma il personaggio
da lei interpretato. Di
solito nei ruoli è una donna molto affascinante, raffinata,
delicata, glamour, ma qui interpreta una diva – non più nel fiore
dei suoi anni – hollywoodiana venuta dalla strada che, con tutta la
fama, i begli abiti e i gioielli resta pur sempre grezza, sboccata e
incolta. La trovo una veste molto insolita che mi ha incuriosita.
Nell'ottica
del film invece il suo ruolo mi appare un poco scontato perché si
vedono molte persone sfiorite e appassite nelle membra e nello
spirito quindi lei è una delle tante anime vecchie dei bei tempi che
furono, diciamo così.
Rappresenta
la Hollywood cinica, quella che vede le fonti di profitto e il denaro
come prime cose e non l'arte, ma per estensione si potrebbe applicare
come immagine a tanti settori.
Appare
in poche scene, ma in queste è perfettamente padrona delle scene
stesse sia come attrice sia come personaggio: un'attrice talentuosa
che interpreta un'attrice famosa e che sa
come muoversi nel mondo dello spettacolo visto che quando parla con
Mick non smette – per quanto sia una
chiacchierata informale –
di esercitare quel fascino e quei modi da attrice che recita.
Dice
che il cinema è una stronzata, è finito, mentre la TV definita
merda da Mick è il futuro ed è già il presente e
questo è il motivo per cui
non reciterà nell'ultimo
film di colui che è stato il
suo Pigmalione.
Se
prima Mick era entusiasta laddove Fred era apatico ecco che da qui
lui ha perduto la sua ragione di vita che lo porta a compiere
l'estremo gesto.
Quando
Brenda verrà a sapere dell'accaduto avrà una particolare reazione –
è il karma, stronza – e rantolando a terra dirà che le spiace.
Fred
e Mick, parlando con termini da fangirl, sono una meravigliosa BROTP
– Brother One True Pairing ovvero una coppia che si ama ma come
veri amici – , la loro amicizia è particolare.
Hanno
deciso di raccontarsi solo gli avvenimenti belli e non ciò che di
brutto capita loro all'altro.
Mi
chiedo il perché della loro scelta. Confidarsi solo le cose belle,
forse per non far soffrire l'altro? Perché si desidera condividere
solo qualcosa che possa recare gioia all'altro? O invidia?
Non
è forse più intimo se ci si confida anche le tristezze, visto che
si è sempre amici e non solo durante le cose liete?
Come
sarebbe la mia amicizia più profonda e vera se l'avessi impostata
come quella di Fred e Mick?
Io
e la merdaccia saremmo stati così legati? Ci ho riflettuto
parecchio e alla fine ho chiesto direttamente a lui.
La
scommessa che fanno sulla coppia che pranza/cena non parlandosi mi ha
fatto ridere. Vederli così impiccioni e curiosi come due comari di
un paesino l'ho trovato esilarante – sarà perché li ho immaginati
in abiti femminili neri per il lutto e un fazzoletto come le vecchine
che si vedono dalle mie parti – e persino Fred che sembrava così
noncurante si interessava a qualcosa.
Perché
la donna dà lo schiaffo all'uomo?
Perché
ha visto Lena – sgranando gli occhi – in abito elegante,
lasciando trasparire un'aura molto seducente?
Perché
sono giunti a così alto livello di incomunicabilità?
Non
lo so e non sapere le cose da un lato mi intriga perché voglio
scoprirle e dall'altro mi frustra se non riesco a farlo o se non mi
si danno elementi per farlo.
Quando
poi li si vede fare sesso nel bosco – e le vecchie comari sono lì
a godersi lo spettacolo, ma guarda un po' che coincidenza! – sono
stata pervasa da tanta tristezza non per l'età dei signori (gente
che avete detto “che schifo” affianco a me, c'è un girone
dell'inferno anche per voi, ne sono sicura) e sul fatto che alla loro
età si diano ancora da fare (si potrebbe dire “beati loro”),
bensì perché nel viso di quella donna in preda al piacere, nei suoi
gemiti, io ho letto rabbia e dolore.
Un
dolore di natura liberatoria, stimolo per un'altra domanda: come si
fa a non parlarsi e a usare il sesso come mezzo di comunicazione?
Era
una finta e in camera si parlavano?
Hanno
fatto sesso dopo la scena dello schiaffo... che sia stato l'input per
cercare un dialogo che sembrava perso per sempre?
È
stato un dialogo collimato verso quel modo o è stato l'unico modo
che hanno trovato per stabilire un contatto?
Tutto
può essere e tutto non può essere come potrebbe essere e non essere
– sembra la storpiatura della filosofia di qualche scuola
presocratica – e si lascia spazio a più visioni delle cose.
Quello
che so è sulla mia pelle è che è stato molto struggente; mi pareva
di sentire un peso nel petto, avvertendo una sensazione intrisa di
dolore per un contatto a lungo desiderato, ma mai percepito.
Passo
perciò a riflettere sulle parole della massaggiatrice giovane
interpretata da Luna Zimic Mijovic (o era l'apparecchio in stile Il
mondo di Patty a farla apparire ancora più giovane di quanto non
fosse?): lei afferma che non ama parlare perché non sa cosa dire, ma
riesce a capire dal “semplice” tocco del corpo cosa accade alla
persona che ha davanti, ragion per cui preferisce parlare coi gesti
anziché usare le parole.
Per
me parole e fisicità sono entrambe piene di significato e dal grande
impatto comunicativo – sebbene siano legate alla soggettività di
chi lancia e riceve un messaggio – però ascoltando le sue parole
ecco l'ennesima domanda: il linguaggio delle parole e del corpo sono
alla pari? Uno dei due è più forte/pregnante/importante dell'altro?
Hanno
una reale correlazione tra essi?
Sicuramente
il fisico risente dello stato emotivo della persona stessa (Fred che
si sente emozionato dopo aver detto al PR della regina che
solo sua moglie avrebbe cantato le sue Canzoni Semplici perché erano
state composte per lei oppure la sua apatia che si ripercuote
psicosomaticamente – potrebbe essere – sulla sua minzione possono
essere degli esempi), ma la fisicità ha più impatto del linguaggio?
È
per questo che quei due nel bosco si lasciano andare nella carne?
I
personaggi comprimari riescono a lasciare qualcosa allo spettatore
con tutto che non sono i principali.
La
figura della escort – interpretata da Gabriela Belisario –
è quella che mi fa più pensare (come se finora non avessi di che
pensare abbastanza): perché?
È
anche lei un simbolo della giovinezza che gli uomini e donne che
“usufruiscono” dei suoi servigi desiderano per affermare la
gioventù che sentono di aver perduto o che sta sfiorendo?
Quando
interagisce con Mick, dopo il dialogo con Brenda, però sembra solo
un blando placebo nella tristezza totale di Mick che ormai si sente
svuotato dopo aver saputo che il suo testamento cinematografico non
si girerà più.
Ma
chi è questa giovane donna? Cosa fa davvero? Se non fosse stata
presente cosa sarebbe accaduto in generale e alle persone che sono
state in sua compagnia?
Se
Fred avesse cercato di salvare Mick sarebbe andato OOC perché con la
sua apatia non sarebbe riuscito a muovere un muscolo.
Non
vediamo il suicidio, l'atto di Mick ci viene nascosto, ma vediamo
Fred respirare affannoso, il suo ventre che si contrae ed espande.
È
una reazione.
Non
è del tutto indifferente alle cose e alle persone.
È
vivo e da lì tutto cambia.
Dalla
morte di Mick, Fred smette di essere apatico.
Certo,
non abbiamo un cambiamento improvviso, la sua apatia si affievolisce
piano piano, mentre reagisce e decide di agire, fare qualcosa a
differenza del suo precedente far nulla.
Sceglie
di andare dalla moglie a Venezia e parlarle, per poi andare in
Inghilterra e tenere il concerto, con una soprano che non è sua
moglie.
La
scena finale vede il volto di Mick e qui: è a lui che dedica il
concerto?
È
a lui che pensa mentre dirige l'orchestra?
Si
vede la scena in cui sale sul palco in ritardo: la gente attende.
Il
tarlo del dubbio di un suo ripensamento si palesa, non voleva più
essere lì?
Lo
pensiamo noi, lo pensa anche la gente sugli spalti, ma alla fine,
forse, si tira un sospiro di sollievo.
Non
ho potuto fare a meno di sorridere per questo, mentre l'ho visto
uscire dalle quinte per entrare in scena.
Sono
stata contenta per lui, perché sebbene sia molto cinica e disillusa,
non posso fare a meno di sperare nel meglio, nella possibilità che
si possa raggiungere una serenità e una nuova voglia di vivere, a
dispetto dell'età.
Le
emozioni sono tutto quello che abbiamo.
Questa è un'altra frase che viene detta nel film; per molti queste frasi nel film possono essere viste come le frasi in stile biscotti della fortuna o Baci Perugina e che quindi sfociano nel kitsch, ma non saprei.
Da un certo punto di vista si potrebbe dire che c'è un po' troppo filosofeggiare nell'aria e questo può essere un bene o un male; dipende dalla resa.
Ma la filosofia non è un mezzo grazie al quale l'uomo può pensare?
C'è da dire che, se lo si considera come ideale seguito de La grande bellezza, si può restare delusi perché i due film hanno alcune similitudini che potrebbero far pensare di essere delle fotocopie perché in entrambi abbiamo personaggi tormentati dai fantasmi del proprio passato, che conoscono la caduta e poi la rinascita.
Un altro esempio di questi fantasmi del passato, a parte quelli di Fred o di Jimmy o quello più presente di Lena (il marito e la nuova compagna) è l'incubo di Mick.
Mick dice di sé “sono un regista di donne” mentre Jimmy lo contraddice affermando “no,
lei è un ottimo regista”, ma le parole di Brenda, unite al fatto che non riusciva a concludere la sua opera lo ha portato a pensare e a figurarsi tutte le donne che ha diretto, negli abiti di scena del film e che recitavano le loro battute.
Alla
fine le vede tutte, mentre le voci si confondono, in una cacofonia che crea angoscia. L'inquietudine cresce, è
una specie di incubo e noi lo viviamo con lui.
Tutta la sua vita e carriera da cineasta ci appare come un sogno a occhi aperti che poi si perde nell'oblio e nell'angoscia.
Alla
mia età mettersi in forma è una perdita di tempo afferma Fred.
Nello
sfondo della clinica presente nell'albergo abbiamo uomini e donne, nudi, con i loro corpi
dinanzi alle telecamere.
Sono
corpi di ogni età e fattezze, nel nudo integrale; a me ha ricordato
una scena di Salon Kitty (sarà per la piscina?) con tutto che è
ovvio che i contesti siano diversissimi.
Non
sono stata né disturbata né disgustata da tutto ciò.
Parlandoci
chiaramente: le rughe, i peni flaccidi, le tette cascanti, la pancia,
le cosce grosse ecc. sono assolutamente normali, sono parti
integranti della nostra vita.
Nel
quotidiano non lasciamo mica da parte il nostro corpo e viviamo come
etere cosmico, insomma.
Avrei
preso a calci anche qui le persone che hanno detto “che schifo”
quando si è vista una donna col pube non depilato galleggiare in
piscina.
Anche
i peli fanno parte della natura umana.
Sinceramente
ho invidiato molto la loro naturalezza nello stare nudi davanti a una
telecamera, io non sarei capace a fare una cosa del genere, in quanto
proprio grazie alle tante persone che dicono “che schifo” certi
complessi che nel corso degli anni mi sono fatta sono duri da
cancellare.
Le
persone che hanno un'autostima altalenante capiranno bene quello che
voglio dire.
Ti
viene da dire: non mi sento a mio agio vestito, figuriamoci nudo.
Ho annotato alcuni
cliché che mi sono saltati subito alla mente (a parte i rimandi felliniani):
1)
I genitori che affermano che i figli hanno preso le qualità da loro
e i difetti dal coniuge. È una testa di cazzo come sua madre. Sono queste la parole di Mick parlando di Julian che lascia Lena.
2)
La bimba matura che risveglia Jimmy. Per carità, è bello vedere
bimbi maturi, io per prima sembravo essere nata cresciuta, ma nella
mia testa mi ero immaginata un altro confronto con Miss Universo che
era arrivata a sputtanarlo subito.
Mi
sarebbe piaciuto un altro battibecco tra due figure dello spettacolo
molto diverse e dalle loro parole poi una crescita.
Mi
era anche partita la ship, e il mio lato da fangirl l'ha presa male.
3)
Fred e le sue belle parole dette sulla moglie a quell'età.
Dirle
prima e direttamente a lei no, eh? Molto probabilmente, sicuramente anzi, è voluto visto che
lui fino a quel momento non aveva capito molto di moglie e figli e ci
arriva dopo, però mi urta molto quando la gente capisce tardi le
cose, dando addirittura le persone per scontate.
Sicuramente ci sarebbe molto altro da dire ma in primis credo di aver parlato troppo e secondariamente mi piacerebbe rivederlo, perché sono del parere che potrebbe lasciarmi qualcosa in più.
Una recensione molto profonda e sentita, mi ha trasmesso emozioni, ed è raro per me e per questo genere di opere. Hai assolutamente il mio "like".
RispondiEliminaInnanzitutto grazie per aver letto, compagno ricercatore di spoiler; grazie poi per il commento e il supporto.
EliminaSpero di essere stata esaustiva, e senza pretesa alcuna, desideravo però dire quello che pensavo.
Mi fa piacere che le mie emozioni siano arrivate a te per mezzo delle mie parole; è una cosa molto bella e inconsueta, dati i trascorsi coi soggettoni di cui sai.
Sul serio, grazie di cuore.